Diari lastrigiani Dicevamo dei circoli...     Ieri e oggi anche a Lastra a Signa

L'A.R.C.I. dal 1986


Nell'86 l'associazione cambia ancora modello organizzativo, trasformandosi in confederazione di associazioni autonome.

A completare questo mosaico di associazioni autonome, con una storia comune (Uisp, Arci Caccia, Lega Ambiente, Arci Gay, Arciragazzi, Movimento Consumatori ecc.), che aderiscono e costituiscono la confederazione Arci, nasce nel 1987 Arci Nova, che prende l'eredità della vecchia Arci nel rapporto col tessuto circolistico e nell'impegno sul terreno culturale.

Nella seconda metà degli anni '80 il sistema confederale Arci stenta a ricondurre ad unità la sua galassia di associazioni tematiche e tende ad una progressiva frantumazione, nonostante che l'orizzonte ideale e culturale resti potenzialmente unitario.

L´associazione soffre il rischio di uno scollamento fra la sua dimensione nazionale e le strutture di base, e vive un po' ripiegata su se stessa alla ricerca di un nuovo modello organizzativo.

Nonostante ciò l'universo Arci continua a svolgere una funzione, spesso insostituibile, di aggregazione sociale e di stimolo alla partecipazione, contribuendo alla tenuta democratica e alla difesa dei valori civili nei difficili anni '80, caratterizzati dal dilagare dell'individualismo e dell'omologazione culturale.

In questi anni l´iniziativa dell´Arci e successivamente di Arcinova dà vita a progetti culturali importanti, che talvolta assumono rilevanza di livello nazionale ed anche europeo.

All'inizio degli anni '90, con il crollo dei sistemi del cosiddetto “socialismo reale” e le grandi modificazioni dello scenario nazionale e internazionale che l'accompagnano, si apre una fase completamente nuova anche in Italia.

Il contesto politico muta profondamente, la vicenda di tangentopoli apre la strada ad ulteriori cambiamenti, entra in crisi la credibilità del sistema dei partiti, si allarga la distanza fra cittadini, politica ed istituzioni, creando un pericoloso indebolimento della dimensione pubblica della vita civile.

Un vuoto di rappresentanza e di relazioni che spesso viene colmato proprio dalle funzioni svolte da associazioni, organizzazioni della società civile, movimenti che con diverse modalità si fanno interpreti di un bisogno di protagonismo civile non soddisfatto.

La Confederazione Arci, che non a caso intitolava il suo congresso del 1989 "Per una cultura europea della solidarietà e delle differenze", ed Arcinova, creata per dare nuova vitalità al ruolo dei circoli di base, reagiscono alle sfide poste dai grandi cambiamenti in atto approdando a una comune volontà di rinnovamento che parte anzitutto dal recupero dei valori originari dell'esperienza storica dell'Arci:
la solidarietà, la mutualità, la promozione e la sperimentazione culturale, la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini alla vita democratica.

Un processo che si fonda sul pieno recupero delle funzioni storiche di circoli e case del popolo, strutture portanti del sistema Arci, rete di luoghi della partecipazione consapevole e della promozione umana e civile degli individui attraverso le esperienze collettive.

In questa fase il processo di rinnovamento dell'Arci produce nuovi settori di attività che sempre più si integrano con le funzioni tradizionali dei circoli, nel campo dell'impegno sociale e della solidarietà, della cooperazione e delle relazioni internazionali, delle iniziative di lotta all'esclusione sociale e al razzismo.

Nel 1994 inizia il percorso che porta alla costituzione di “Arci Nuova Associazione”, soggetto in cui confluiscono Arcinova e molte delle esperienze nate negli ultimi anni nell'ambito della Confederazione (Arcisolidarietà, Solidarietà internazionale, Nero e non solo ecc.).

L'intento è quello di raccogliere l'eredità della tradizione associativa di base dell´Arci, con i suoi valori originari di mutualità e solidarietà, e investirla in un nuovo progetto adeguato ai bisogni della società che cambia.

Al centro di questo progetto, di cui Arcinova è la struttura portante, ci sono le persone e i loro bisogni, l'emergenza di nuovi soggetti sociali, l'innovazione delle politiche di welfare, i diritti di cittadinanza, la cultura della convivenza e della pace, la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.

Altre realtà da sempre legate all'Arci come la Uisp, o nate più recentemente nel suo ambito come Legambiente, Arci Gay, Arci Ragazzi e Movimento Consumatori, stipulano con la nuova associazione un patto federativo, aperto ad accogliere altre esperienze.

Nell'aprile del 1997 nell'XI congresso nazionale di Roma viene eletto presidente Tom Benetollo, figura di primo piano del pacifismo italiano e non solo, che sarà l'artefice del rilancio progettuale e politico dell'associazione negli anni successivi, ma scomparirà prematuramente il 20 giugno 2004.

Nella seconda metà degli anni '90 l'Arci è fra i protagonisti più attivi della fertilissima stagione del terzo settore italiano, in cui si costruiscono nuove relazioni ed alleanze fra le reti dell'associazionismo laico e cattolico, del volontariato e della cooperazione sociale.

L'Arci è fra i fondatori del Forum Nazionale del Terzo Settore e della Banca Popolare Etica, di Libera (associazione di associazioni contro le mafie) e di TransFair (network italiano per la promozione del commercio equo e solidale), tutte esperienze che avranno un peso decisivo nell'affermazione di temi di grande rilievo negli anni a venire.

Nel 2004 l'Arci perde improvvisamente Tom Benetollo.

È un colpo durissimo per l'associazione, che però dimostra di saper reagire con maturità, compie le sue scelte tempestivamente e con grande unità e riprende senza esitazioni il suo cammino.

Nei mesi che seguono l'Arci dedica un notevole sforzo alla costruzione di coordinamenti nazionali di lavoro che garantiscano il coinvolgimento costante delle strutture territoriali nell'elaborazione delle politiche e dei programmi dell'associazione in ciascuna delle sue principali aree di intervento (cultura, attività internazionali, welfare, immigrazione).

Fra il 2004 e il 2005 si tengono importanti e partecipati momenti di approfondimento seminariale per i dirigenti territoriali sui temi delle attività internazionali (a Siena), della cultura (a Cortona), del welfare (a Terni), degli strumenti organizzativi (a Modena).

La fitta rete di relazioni e alleanze costruita negli ultimi anni fa dell'Arci un punto d'incontro e spesso di sintesi di molti percorsi politico/associativi.

Il suo impegno nel campo della sostenibilità, dell'altra economia e della finanza etica cresce con la partecipazione ad appuntamenti nazionali come Terra Futura e la rete Sbilanciamoci.

Nel febbraio del 2006, a Cervia ben 500 delegati partecipano al congresso nazionale dell'associazione, dopo una campagna congressuale partecipata come mai era avvenuto, con centoquaranta congressi territoriali, oltre mille assemblee di circolo e circa 35.000 soci direttamente coinvolti nella discussione.

In un clima fortemente unitario, il congresso di Cervia segna l'approdo della lunga fase di transizione avviata all'inizio degli anni ‘90.

L'associazione rilancia con forza il suo progetto e decide di eliminare ogni aggettivo dal suo nome per tornare a chiamarsi semplicemente Arci, come nel 1957.

Il miglior segnale di vitalità per un'associazione antica e capace di grande modernità, che a cinquant'anni dalla fondazione conferma di essere una forza viva della società italiana, una risorsa per costruire un paese migliore.









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