UNA CARTOLINA POSTALE Dedicata al terzo reggimento del Genio
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Diari lastrigiani

1896,la lotta delle trecciaiole,23 maggio:la provincia fiorentina sotto assedio



(17 giugno 2016 - 26 agosto 2016)

Fieramosca 23 Maggio Scandicci 22 (mattina) 


– Seguitano le dimostrazioni. Fino dalle 4 di questa mattina, dei gruppi di donne fermano i veicoli che passano alla ricerca di balle di treccia. 
 Alle 10 uno stragrande numero di donne si è avviato verso San Martino alla Palma, un paese completamente composto da lavoranti di paglia.
 Finora vi è stata calma perfetta; ma continuando così si aspettano gravi conseguenze.

Sesto (22 Mattina)
– Da stamani alle 7 le trecciaiole hanno cominciato a dimostrare.
Esse, riunitesi sulla Via Provinciale in centinaia e centinaia, hanno impedito ai fattorini di portare la paglia e i cappelli a Firenze e hanno tentato quindi di dare l’assalto alla bottega Taiti dove si diceva ci fossero due balle di trecce.
Più tardi, sopraggiunta un’altra dimostrazione di donne con bandiera provenienti da Castello, le tumultuanti si sono recate verso la fabbrica dei F.lli Giachetti prendendo a sassate i vetri delle case.
Il Delegato Lippi ha fatto venire da Firenze una compagnia del 68°.
 Il Sindaco e la Giunta sono sul luogo e raccomandano la calma.
 Altri tumulti si ebbero alla fabbrica Del Panta.

Dimostrazioni ad Empoli
– 22 Maggio ore 11,30 Stamani alle 10,30 un centinaio di dimostranti provenienti da Pontormo, hanno attraversato il paese per recarsi a S. Maria, Avane, Riottoli e tc…. onde unirsi alle trecciaiole di quei posti.
I dimostranti, in massima parte donne, portavano un cartello con su scritto “Pane e lavoro”.
Gridavano che non volevano morir di fame ed alcune piangevano urlando.
L’Autorità dopo aver tentato inutilmente di sciogliere la dimostrazione, ha seguito i dimostranti.
Empoli ha già avuto un rinforzo di guardie e Carabinieri.
 Tèmesi che le rivestitrici di fiaschi delle quali abbiamo a Empoli un numero ragguardevole, partecipino all’agitazione avendo il Sig. Carlo Del Vivo, ricchissimo proprietario di una fabbrica di fiaschi, diminuito il prezzo già esiguo della rivestitura dei fiaschi di un altro soldo il barile.

Le truppe al Pignone
- Il Ponte di ferro sbarrato
 - Ciò che vi accade Come abbiamo annunziato in seconda edizione, una Compagnia del Genio occupava tutti gli sbocchi che dal Pignone conducono in città dopo l’avviso ricevuto dalla Questura che da un momento all’altro poteva giungere una dimostrazione di trecciaiole da Signa, Scandicci, Legnaia, etc…
Ecco la notizia inviataci dai nostri reporters.
 Anche il Ponte di ferro (oggi Ponte S. Niccolò) era sbarrato e guardato da agenti di P.S.

22 Maggio ore 15 La compagnia del Genio è comandata dal Cap. Vecci e da due ufficiali.
Una metà di essa vigila al Ponte di Ferro che è chiuso.
Le guardie di P.S. sono agli ordini dell’Isp. Capo Gotti e dal Brigadiere Carbone.
Effettivamente esiste un certo fermento. Stamani alle 12 un considerevole numero di dimostranti che voleva entrare a Firenze fu decisamente respinto.
Ogni tanto appare un altro gruppo di trecciaiole che vengono sistematicamente rimandate indietro.
 A diverse donne che stazionavano presso le sponde dell’Arno, il figlio del Delegato Leproni toglieva la bandiera.
Si teme che una folla di dimostranti voglia portarsi alla Camera di Commercio dove avviene l’importante Adunanza.
Verso le 16 un altro intruppamento di trecciaiole si era presentato al Ponte di ferro con una bandiera in cima alla quale era scritto “Vogliamo Pane e Lavoro!”
 Circa 200 donne sono lì che aspettano che le operaie della fabbrica Burgisser promettano, alla loro uscita, di non tornare domani al lavoro.

22 Maggio ore 17
Una turba di donne dell’Isolotto, dopo essere entrate nelle fabbriche Bauer e Benesperi, le fecero chiudere.
L’Ispettore Gallo permetteva ad una Commissione di trecciaiole di recarsi dal Prefetto.
A Monticelli le dimostranti fermano il tram, visitano i vagoni e perché il macchinista non prosegua si sdraiano sul binario.
L’agitazione decresce – Le conseguenze dei disordini – Altri arresti – Il servizio del tram – La miseria

Appena che si sparse la voce che l’Autorità di P.S. avevano incominciato ad operare degli arresti, la calma si ristabilì nelle varie frazione del Comune di Brozzi e in quelle dei Comuni vicini.
L’impressione fatta dal Manifesto del Prefetto è stata profonda.
La calma sta tornando, ma tutto dipende, come detto, dall’adunanza dei negozianti che decideranno per salvare la situazione.
La Miseria è al colmo, numerose brigate di donne e bambini vanno gridando per le vie del Comune, chiedendo insistentemente l’elemosina.
Gli ufficiali che qui si trovano hanno distribuito qualche soccorso.
A San Piero a Ponti lo spettacolo è dei più rattristanti. In vari punti del paese le donne piangono scongiurando tutti i passanti di intercedere per avere a casa gli uomini arrestati.
Frattanto dall’Autorità – mentre sono state prese tutte le precauzioni per prevenire qualsiasi disordine – vengono continuamente fatte indagini per scoprire i colpevoli degli ultimi tumulti.
Non è improbabile che tra breve, nei vicini paesi, verranno eseguiti molti altri arresti.
Saranno risparmiate, per quanto è possibile, le donne che presero attiva parte allo sciopero.
E’ quasi certo che il tram verrà riattivato domani.
Se qualcuno attentasse alla libera circolazione, l’Autorità immediatamente ricorrerà ai mezzi legali.
In questi paesi, par d’esser alle grandi manovre.
E’ un continuo via vai di soldati, di cavalli e di carriaggi. La popolazione frattanto soffre ed attende provvedimenti.

Galluzzo, Maggio 22 Stamani circa le 10,30, 300
trecciaiole della Buca, della Gora e del Galluzzo sono andate, precedute da una bandiera, all’Impruneta.
Sono passate dai Bottai, dall’Abate, Tavanuzze e da Monteboni bruciando quelle trecce che trovavano già fatte ed obbligando a cessare il lavoro quelle donne che lo avevano cominciato.
Sono partiti per l’Impruneta in una diligenza a 4 cavalli un Delegato, guardie e Carabinieri.
Abbiamo altre testimonianze dal Galluzzo, riportate in terza edizione.
Siamo in pieno stato di assedio, in ogni angolo più riposto si vedono soldati e siano i benvenuti.
Le nostre donne, solidali con le dimostranti per quanto riguarda il lavoro, disapprovano gli atti di vandalismo commessi in questi giorni.

Signa, Maggio 22, sera
Lo sciopero continua minaccioso.
Alcuni fornai, mossi a pietà delle tristi condizioni di tanti poveretti, distribuirono del pane.
Tutte le fabbriche sono chiuse. Il Maggiore Bessa si è recato a visitare i reparti di truppe che stazionano in paese e nei pressi.

San Mauro - Maggio 22, sera.
La società filantropica di San Mauro a Signa di cui è presidente il Sig. Alfonso Paoli, faceva distribuire alle famiglie più povere tanto pane per più di 1500 Kg. L’agitazione va decrescendo.

Carmignano – Maggio 22, Sera
Stamani una dimostrazione di circa 300 donne di Poggio alla Malva e di Carmignano, Comeana, con bandiera, percorse il paese recandosi dai negozianti di paglia a chiedere un aumento di mercede.
Portava dei cartelli in cui era scritto: “Pace e Lavoro per avere Pane”.
Le dimostranti si recarono poi all’Ufficio Comunale; furono ricevute dal Segretario Becheroni e dal Sotto Segretario Venturini. - Un tenente dei Carabinieri ed un Vicebrigadiere feriti -

Impruneta Maggio 22, sera
Stamani malgrado l’assicurazione data al cav. Rossi, Sindaco del paese e al Segr. cav. Riva, molte trecciaiole scioperanti, con tre bandiere e con cartelli portanti le scritte “Pane e lavoro” si davano a percorrere le vie di Impruneta. Dai Carabinieri furono tolte alle donne le bandiere.
Ne nacque una colluttazione, durante la quale rimasero feriti non gravemente per colpo di bastone il tenente Del Lungo dei R.R. Carabinieri e un Vice brigadiere della stessa Arma.
Fu inviata sul posto una Compagnia di Fanteria e un mezzo squadrone di Cavalleria.
Si trovano all’Impruneta l’Ispettore De Andrea ed il Delegato Bondi. Reparti di truppa rimasero a presidiare il Galuzzo.

Fieramosca 23 Maggio 1896 (Brozzi 22 notte)

I pali del telefono rotti – Sassate ai vetri –
Spettacolo commovente ! dimostranti, oltre 100, ruppero i vetri della fabbrica Franceschini e delle case ove abitano alcuni negozianti di paglia.
Una turba di uomini e donne abbatté per il circuito di un miglio i pali del telefono che va da S. Piero a S. Donnino.
Qualche male intenzionato avrebbe voluto rompere le verghe del tram.
Dal solerte Delegato Talin furono iniziate le indagini per scoprire gli autori delle violenze commesse contro i Carabinieri.
Si investiga pure per scoprire coloro che percossero a dismisura la Guardia della Squadra Mobile ed il Carabiniere Neri.
Stanotte lo squadrone di cavalleria comandato dai tenenti Lezzoni e D’Amore occuperà S. Piero a Ponti.
Anche a San Donnino arrivarono da Campi varie persone per eccitare le dimostranti a continuare l’agitazione.
Vi si recò il Delegato Soldaini con alcuni Carabinieri. Ieri sera numerose torme di donne e di ragazzi andavano elemosinando per la via principale.
Era uno spettacolo doloroso e commovente.
Il Ponte alle Mosse occupato militarmente – Il Mercato di Firenze – Trenta arresti – Notizie da S. Piero, S. Cresci, Montelupo e Signa.
Oggi Venerdì, giorno di Mercato, si temeva che le scioperanti di Peretola, Brozzi, Campi etc.. volessero dirigersi in città, e fu perciò dato l’ordine di occupare militarmente il Ponte alle Mosse.
Vi stazionano due Compagnie del 3° RGT Genio agli ordini del cav. Cammarota e del delegato Vitale.
A San Piero a Ponti, ove stavano in servizio i soldati di Cavalleria, si trova pure il Delegato Soldaini.
Sono stati fatti 30 arresti.
L’Autorità agirà con risolutezza e rigore.
Gli arrestati son condotti a Firenze alle 2 e mezzo.
Stamani sotto le Logge del Porcellino si erano riuniti, come al solito, tutti i negozianti di paglia.
Non avevano però recato la loro merce perché per tutta la via che conduce in città, le trecciaiole scioperanti hanno esercitato la maggiore vigilanza.
Anche nel vecchio paese di Capraia ha avuto luogo una dimostrazione.
Stamani il tram che scendeva a Firenze venne visitato da alcune trecciaiole.
Vollero assicurarsi che non venissero portate al mercato le trecce.

N.B:
In questo giorno l’agitazione delle trecciaiole ha aperto nuovi fronti, anche lontani dall’epicentro dello sciopero in atto:
la Via Pistoiese da Firenze al Poggio.
Si può dire siano state qualche migliaio le donne con i cartelli tanto odiati dalle Forze dell’Ordine forse perché la richiesta legittima di Pane e Lavoro andava oltre, sconfinando nella sobillazione al reato di assembramento.
Il tutto con tante speranze, con tanta Fame e Miseria, che le rendeva pronte a tutto.
Le Autorità si sono mosse, hanno occupato i punti chiave dello scacchiere.
Per la paura che i tumulti venissero esportati a Firenze, sede dei migliori negozi di cappelli, destinarono i militari a presiedere le entrate nel centro alla città.
Le notizie giunte da fuori Firenze sulle agitazioni di Sesto, Empoli e Scandicci costringono il Prefetto Guala a far operare degli arresti, di uomini infiltrati nei tumulti e a far affiggere un Manifesto in cui si avvertono le scioperanti di non assembrarsi, la qual cosa verrà repressa con atti legali.
La guerra è dichiarata, non verrà tollerato niente.
Lo stesso giorno insorgono Empoli, Scandicci e Sesto F. no. I delegati di P.S. sono in ogni dove, sono l’emblema dell’efficacia.
Gli ufficiali dell’Esercito hanno il pieno controllo delle loro ruppe.
I politici vengono spronati a fare qualcosa dai Presidenti della Camera di Commercio e della Camera del Lavoro.
Viene preparato un’Istanza da presentare al Governo tramite il Ministro dell’Agricoltura, Ippolito Niccolini, deputato eletto nella Circoscrizione di Campi Bisenzio.
Con essa si chiede che il problema Trecciaiole venga risolto a livello governativo.
Da tutte le parti si asserisce che sarà fatto i possibile per ovviare e risolvere la questione.

A cura di:Renzo Bernardi 







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