Lastrigiani ed ospiti illustri

Bagni di Montecatini in val di Nievole


Dal Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)

BAGNI DI MONTECATINI in Val di Nievole, fra la strada Regia pistojese e il poggio su cui risiede il castello donde ebbero nome i Bagni, nella qual Comunità e Giurisdizione sono compresi, Diocesi di Pescia che è 5 miglia toscane a Ponente, Compartimento di Firenze, da cui i Bagni sono 29 miglia toscane distanti dal lato occidentale.

Fra le tante famigerate Terme della Toscana, queste di Montecatini in genere di magnificenza, di gusto e di annessi superano tutte le altre. 

- Sono opera nella massima parte di quel Grande che non si nominerà mai dalla posterità senza commozione di affetti e venerazione. 

Fu LEOPOLDO I quello che seppe rinunziare generosamente alle vistose rendite che ritraeva la casa del principe da una pescosa palude, perché mediante opere idrauliche e architettoniche si risanasse una campagna infetta e deserta onde convertirla in un asilo di sanità e di delizie, in una contrada amena, popolatissima, ubertosa. 

- Vedere Val di Nievole e Padule di Fucecchio.

La parte della Val di Nievole costituita nella prossimità de'Bagni, cui dal lato di levante e di settentrione fanno spalliera gli alti poggi che scendono fra Monsummano, e Montecatini, sino a quello denominato delle Panteraje, era forse il punto più infestato nella calda stagione dalle esalazioni mofetiche dei frequenti acquitrini e paludi sparsi per la valle, fatti sempre più dannosi all'umana economia dalli scoli delle Acque minerali che pullulavano rasente a quel seno.

Dallo stato in cui fu trovata questa campagna, nel 1773, quando il Gran Duca LEOPOLDO I decretò la costruzione di nuove fabbriche, unitamente ad altri provvedimenti idraulici fecondi di utili successi, si può ben giudicare delle circostanze fisiche dei contorni dei Bagni di Montecatini a detta epoca, siccome furono giudicati e magistralmente descritti dal celebre dottore Bicchierai nel Trattato de'Bagni di Monte Catini pubblicato in Firenze l'anno 1788.

Quattro grandiosi stabilimenti termali forniti di altrettante copiose scaturigini di acque minerali, esistono in un'area non maggiore di un quarto di miglio di diametro.

Il primo è quello che appellavasi un dì il Bagno Tondo, ora Mediceo, nel cui cratere scaturisce l'Acqua del Rinfresco. Era di figura esagona innanzi che la fabbrica fosse ridotta in quell'elegante disegno che oggi si vede con vago vestibolo. 

È situato sulle ultime pendici del poggio denominato delle Panteraje, un quinto di miglio a settentrione del secondo Bagno, che è quello del Tettuccio, posto in pianura sulla ripa destra del torrente Salsero. 

Giace a piccola distanza di là sul lato occidentale la magnifica Terma Leopoldina, già detta Bagno de' Merli o della Rogna; mentre il quarto situato di fronte a quest'ultimo sulla sponda sinistra del Salsero, conosciuto anticamente col nome di Bagno de'Cavalli, porta il titolo di Bagno Regio.

Oltre i quattro summentovati, un altro stabilimento di privata proprietà da pochi anni è sorto nelle vicinanze del Tettuccio, mercè di un'acqua salina, nota oggi nel commercio sotto nome della Torretta di Montecatini, per essere comparsa d'appresso a una piccola torre sul rio Salserino.

Di due altre polle, trovate in prossimità dello stabilimento del Tettuccio, fa menzione il trattato di questi Bagni pubblicato nel 1823 dal professore Barzellotti già medico direttore dei medesimi. 

Fu nominata la prima di Cipollo, l'altra sorgente di Papo, perché provate efficaci da due villici di tal soprannome. 

Una sola di esse polle, quella di Cipollo, è stata conservata e impiegata per alimentare i bagnetti nuovamente aperti presso la medesima. 

La seconda vena fu allacciata ed introdotta nel canale sotterraneo del Salsero.

La memoria più antica dell'uso di questi bagni la dobbiamo al celebre medico Ugolino da Montecatini, nella di cui opera dei Bagni si accenna l'epoca dell'edificazione di quello del Tettuccio, detto allora Bagno nuovo, ordinato nel 1370 dalla Repubblica fiorentina più con la mira di estrarne del sal marino, che di renderlo utile alla medicina. 

- A questo secondo scopo però fu diretta la deliberazione presa un secolo dopo (anno 1477), quando si decretò una somma, perché si restaurassero le fabbriche rovinate; e ciò ad istanza della Comunità di Montecatini, a cui detti Bagni appartennero sino a che, nel (ERRATA: 1573) 1583, lo stesso Comune cedè la proprietà delle sottostanti Terme al Gran Duca Francesco I. 

- Ma esse erano già rese impraticabili a cagione di un errore di pubblica economia commesso dai Reggitori della repubblica,nel 1430,quando fu stabilita la barriera allo scolo di una vasta pianura per ridurla in palustre peschiera.

La lusinga che cessasse l'infelice condizione di questa importante provincia erasi risvegliata nei popoli di Val di Nievole appena il figlio di Cosimo I ordinò un piccolo abbbassamento all'emissario della palude di Fucecchio.

Momentanea peraltro fu la speranza tostochè tornarono ben presto a spagliare le acque intorno ai lembi del padule, in conseguenza del sostegno rialzato al suo sbocco.

Corsero due secoli in tale desolazione innanzi che comparisse il benefattore del popolo Toscano.

Allora solamente i giusti reclami di tante popolazioni, per lungo tempo negletti, furono generosamente esauditi.

Una delle prime operazionivitali fu quella di circoscrivere in più angusto bacino il palude di Fucecchio, di dar libero esito alle acque spaglianti nelle campagne, di togliere dalla superficie del suolo gli acquitrini e scoli minerali, introducendoli in canali coperti per condurli in una cloaca comune ad una notabile distanza dall'abitato. 

- Tutto ciò fu fatto nel tempo medesimo; e quasi per incantesimo fu veduto agli spedali endemici, ai volti lividi e confusi, subentrare uomini sani e abitazioni nuove. 

Fu allora che nel breve giro di otto anni sorsero contemporaneamente alberghi, palazzi, casino e cospicue Terme, una delle quali per ampiezza, per magnificenza e comodità può dirsi tra gli edifizj di simile genere uno dei più sontuosi che si contino in Italia dopo i tempi Romani.

Dà accesso a tutti questi Stabilimenti un grandioso viale che parte dalla Via Regia pistojese di fronte al nuovo e vago Tempio rotondo, e che conduce alle Terme per una doppia fila di olmi e di acacie, cui fanno ala varie palazzine e case di particolari. 

Sulla piazza della locanda maggiore e sulla strada Regia mercè la munificenza dell'Augusto Regnante, da un anno in qua gettano a un'altezza vistosissima due copiose fonti di acqua purissima, condotta fin là dal poggio di Monte Catini.

Una distinta idea sulle distribuzioni e comodi di ciascuno di questi stabilimenti non che sulle proprietà fisiche e chimiche delle varie scaturigini minerali, potrà ognuno che il voglia acquistarla dalle Opere a questi Bagni specialmente consacrate da tre fisici illustri, Bicchierai, Barzellotti e Giulj.

Ma chi mai non conosce a'giorni nostri le Terme di Val di Nievole, dopo che vi concorrono da tutte le parti d'Italia e da più remote contrade genti per riacquistare la salute e per ricrearsi!

Rapporto alle virtù di quest'acque saline, le disse in brevi sugose parole il celebre Franceco Redi, che dichiarò essere l'acqua del Tettuccio il solo, il vero, ed unico certissimo rimedio contro tutte le dissenterie, oltre che vale contro l'itterizia, coliche biliose, cachessie e ostruzioni.

Mi contenterò solamente di ripetere qui il resultato analitico delle varie polle minerali di cui fu autore il chiarissimo professore Barzellotti. - Esse scaturiscono tutte da un suolo palustre, meno quelle del Rinfresco. - 

Vedere MONTECATI NI (Comunità di).
 



Data ultima modifica:
09 luglio 2012


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