Dizionario geografico fisico storico della Toscana (Emanuele Repetti, anno 1833)

Semifonte (E. Repetti, 1833)


SEMIFONTE, SIMIFONTE, o SOMMOFONTE in Val d'Elsa. - Castello celebre che diede tanto da dire e non poco da fare ai Fiorentini, finché nel 1202 da questi fu preso e da capo a fondo rasato. Quindi fu emanato un decreto pubblico che niuno ardisse mai più di fabbricare nel luogo dove esso fu, cioè sul poggio di Petrognano. - La parrocchia di S. Michele a Semifonte innanzi la distruzione del castello era compresa nel pievanato di S. Gio. Battista in Jerusalem, altrimenti appellalo di S. Donnino a Lucardo, nella Comunità e circa 4 miglia toscane a grecale di Certaldo, Giurisdizione di Castel Fiorentino, Diocesi e Compartimento di Firenze.
All'Articolo PETROGNANO in Val d'Elsa fu data una indicazione della fisica posizione del poggio sulla cui cresta esisteva il famoso Castello di Semifonte, ed ivi pure fu accennato quanto di più importante riferisce alla storia di cotesta località dopo la distruzione di Semifonte, delle vicende del quale Castello fu scritta una storia dal capitano Cosimo della Rena, nascosto sotto nome di un Pace da Certaldo, che Giovanni Targioni Tozzetti pubblicò nel Volume V de' suoi Viaggi, edizione prima del 1752.
Fatto è che Semifonte era uno de' castelli de' conti Alberti di Vernio, confermato loro dall'Imperatore Federigo I con diploma dato in Pavia lì 10 agosto del 1164 a favore di quello stesso conte che troviamo firmato a pie di varj placiti e privilegi imperiali di quell'età fra i testimoni, portante il titolo di Conte Alberto di Semifonte.
Fu lo stesso conte Alberto quello che nel 12 febbrajo 1180 (1181 a stile comune) vendé alla Repubblica Fiorentina per lire 400 di monete pisane tutto il poggio di Semifonte. Quindi unitamente a due figliuoli del primo letto, i CC. Maghinardo e Rainaldo, per istrumento del 1197 si obbligarono alla Lega Guelfo toscana, e due anni dopo promisero di non prendere parte nella difesa dei suoi vassalli di Semifonte. - La stessa promessa fu fatta da Ildebrandino vescovo di Volterra, dal Comune di Colle e da quello di Siena (29 marzo 1201). Dopo tutto ciò fu comandata la guerra contro Semifonte, ed un esercito si mosse da Firenze, avendo alla sua testa il potestà Paganello da Porcari per recarsi in Val d'Elsa all'ardua conquista del gran castello. Infatti dopo un lunghissimo assedio i Semifontesi dovettero rendere ai Fiorentini la loro patria, ottenuta più per inganno che per valore.
Per le spese della qual guerra il governo della Repubblica impose una tassa a tutti gli abitanti secolari e regolari del contado fiorentino, siccome lo dimostra un istrumento rodato in Firenze lì 29 maggio del 1203 esistente tra le carte della Badia di Passignano, venute nell'Arch. Dipl. Fior.
Così terminò un castello che si acquistò tonto grido per la coraggiosa difesa dei suoi abitanti più che per l' offesa da essi recata ai Fiorentini, e per le tante precauzioni prese da un Comune già fatto potente per combatterlo ed atterrarlo, talché più laidi prese credito il seguente strambotto:

Fiorenza fatti in là
Che Semifonte si fa città.

Se menò cotanta fama negli ultimi periodi di vita il castello di Semifonte, altronde si può dire che le sue memorie storiche innanzi la metà del secolo XII restino sempre nascoste nella caligine dei tempi.
Comecché sia di ciò, uno dei più antichi documenti relativi al Castello di Semifonte sembra quello del 1164 riguardante il diploma imperiale concesso da Federigo I ai conti Alberti di Vernio, cui confermò i feudi ottenuti dal C. Alberto suo avo, fra i quali era compreso anche il Castello di Semifonte.
Posteriori di età sono sei istrumenti appartenuti alla precitata Badia, i quali, o furono scritti in Semifonte, o rammenta no quel castello negli ultimi anni di sua esistenza.
Uno, per esempio di quei rogiti fu scritto nel 24 dicembre 1192, quando il pievano di S. Gerusalem a Semifonte, colconsenso de' suoi preti concedè a Gregorio abbate di Passignano facoltà di erigere una chiesa parrocchiale dentro le mura di quel castello, e precisamente dalla parte della porta di Bagnolo (forse Bagnano?) fino alle fosse vecchie, già distrutte (nota bene) dai Fiorentini, riservando al pievano il diritto dell'istituzione, e l'obbligo al nuovo parroco e suoi successori di pagare alla detta pieve lire due per anno. Un 2°. istrumento dello stesso mese ed anno fu rogato in Semifonte nella chiesa di S. Lazzero, dove i consoli di quel castello decretarono di non imporre alla Badia di Passignano alcun dazio, ne di molestare quegli abbati per l'acquisto da essi fatto di alcuni terreni è case dentro le mura di Semi fonte ad oggetto di fabbricarvi uno spedale; il qual terreno, aggiunge l'istrumento, estendevasi fino al muro della porta Raganella, o legger si debba Razanella. Un 3.° istrumento del 23 agosto 1195 fu scritto in Semifonte dal notaro Migliore nella casa della chiesa di Majano. Il quarto istrumento, firmato dal notaro medesimo Migliore in Semifonte, riguarda la compra fatta dal sindaco della Badia di Passignano di uno spalto sulle mura di Semifonte in luogo appellato Cascianese. Anche un quinto atto, del 10 febbrajo 1196 (10 febbrajo 1197 stile comune) fu rogato dal notaro stesso Migliore nel mercatale di Semifonte. - Finalmente un sesto istrumento porta la data di Semifonte del 18 marzo dell'anno 1202 (a stile comune), vale a dire nell'anno stesso in cui il Castello di Semifonte fu dai Fiorentini preso e disfatto. (loc. cit.)
Inoltre fra le pergamene appartenute alla Badia di Coltibuono, esse pure riunite all' Arch. Dipl. Fior., havvene una del 30 agosto 1197 scritta nel castel di Semifonte, o Simifonte, ma niuno fra i documenti da me veduti porta la data di questo castello anteriore all'anno 1192.
Contuttoché Semifonte fosse distrutta nel 1202; abbenchè i Consoli della Repubblica Fiorentina per decreto pubblico avessero deliberato di non doversi mai più edificare cosa alcuna sul poggio dove fu Semifonte, pure i CC. Maghinardo e Rainaldo figli del primo letto del conte Alberto di Vernio, già privilegiato da Federigo I, nelle divise fatte nel 1209 della loro contea si riservarono i diritti sopra Semifonte, e sull'antica pieve di S, Lazzaro a Lucardo.
All'Articolo LUCARDO dissi, che il suo distretto abbracciava diversi popoli, fra i quali S. Michele a Semifonte, mentre abbiamo veduto di sopra che i consoli di quel castello nel 1192 si adunarono nella chiesa di S. Lazzaro, allora probabilmente l' unica parrocchiale di Semifonte, mentre nell'anno stesso il pievano della chiesa di S. Jerusalem di Semifonte, volgarmente detta S. Donnino a Lucardo, diede il permesso all'abbate e monaci Vallombrosani di Passignano di costruire dentro le mura di Semifonte una chiesa parrocchiale (forse quella di $. Michele a Semifonte) che gli antichi cataloghi della diocesi fiorentina pongono sotto lo stesso piviere di S. Gio. Battista in Jerusalem, e perciò diversa dall' altra di S. Lazzaro a Lucardo.
In fine, che nel Castello di Semifonte, nel secolo XII fosse introdotto a uso del mercato, lo dichiara l' istrumento del 10 febbrajo 1196 scritto nel Mercatale di Semifonte. - Vedere. per il restante gli Articoli PETROGNANO, LUCARDO, e DONNINO (PIEVE DI S.) in Val d'Elsa. 

Cappella di San Michele Arcangelo, Semifonte - Santi di Tito, 1597
Cappella di San Michele Arcangelo, Semifonte - Santi di Tito, 1597
Cappella di San Michele Arcangelo, Semifonte - Santi di Tito, 1597


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