Lorenzo il Magnifico<br>Loggiato degli Uffizi<br>Firenze
Lorenzo il Magnifico
Loggiato degli Uffizi
Firenze
Lorenzo il Magnifico
Loggiato degli Uffizi
Firenze
Firenze, portico degli Uffizi

Lorenzo il Magnifico


Lorenzo De' Medici letterato e politico, nasce a Firenze il primo Gennaio 1449 e muore nella sua villa di Careggi l' 8 Aprile 1492.

Nipote di Cosimo il Vecchio e figlio di Piero il Gottoso e Lucrezia Tornabuoni, fu detto il Magnifico.

Il titolo, inteso in modo sbagliato, ha fatto credere che "Magnifico" fosse stato soltanto lui, o che fosse tale per antonomasia; ma competeva a tutti i Gonfalonieri, e lo ebbero anche il nonno e il padre .

La sua educazione è inizialmente affidata al canonico Gentile Becchi, poi a Marsilio Ficino ; trascorre la prima giovinezza tra le ville di Careggi, Cafaggiolo e il Trebbio, e maestri tra gli umanisti più illustri del tempo.

Poco più che sedicenne, partecipò alla vita politica come membro del Consiglio dei Cento, e fu ambasciatore a Napoli, Roma e Venezia.

Alla morte del padre nel 1469, il potere passò a Lorenzo e al fratello Giuliano, ma fu Lorenzo ad occuparsi di mantenere l'egemonia della famiglia in Firenze.

In quello stesso anno prende in moglie Clarice Orsini..ovvero mi fu data...come scrisse lo stesso Lorenzo.
Ne ebbe sette figli, tre maschi (Piero, Giovanni, Giuliano) e quattro femmine,(Lucrezia, Maddalena, Luisa, Contessina) altri due figli morirono piccolissimi.

Il matrimonio servì a rafforzare il prestigio della famiglia.

Dopo la congiura dei Pazzi del 26 Aprile 1478 in Santa Maria del Fiore, ( fu leggermente ferito, mentre restò ucciso il fratello Giuliano) si trovò da solo a capo del suo partito e della città.

Fatta giustizia sommaria, (Iacopo e Francesco Pazzi oltre al cardinale di Pisa Salviati furono uccisi) fu raggiunto dalla scomunica di Sisto IV, che a suo tempo aveva favorito la congiura.

Il pontefice mosse poi guerra a Firenze alleandosi con la Repubblica di Siena e Fernando IV d'Aragona.

Lorenzo si recò allora a Napoli disarmato, e riuscì a convincere alla pace Ferdinando.

Da quel momento divenne l'arbitro della politica italiana, adoperandosi per mantenere l'equilibrio fra i vari Stati, e riuscendo in questo fin tanto che visse.

Sul letto di morte raggiunto dal Savonarola, secondo quanto riportato dal Poliziano presente, a sua richiesta ebbe la benedizione dal frate, nonostante i costumi e la politica della corte di Lorenzo fossero stati a più riprese stigmatizzati dal religioso.




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