Superstizioni agricole e meteorologiche - Tradizioni popolari di Santo Stefano a Calcinaia


La tradizioni popolari di Santo Stefano a Calcinaia. Alessandro De Gubernatis, Lastra a Signa (1894)

Superstizioni agricole e meteorologiche - Tradizioni popolari di Santo Stefano a Calcinaia


Alcuni contadini, quando sentono il tuono, per impedire la grandine, buttano sull'aia zappe, pale, e altri strumenti agricoli e l'acqua benedetta.

Altri, invece, dicono la seguente preghiera:

Gesù Nazareno
Liberateci dal baleno;
Santa Barbara benedetta
Liberateci dal tuono e dalla saetta:
Gesù in campo
Liberateci dal tuono e dal lampo.

Quando la grandine è già caduta, per farla cessare, mettono un chicco della medesima in bocca al bambino più piccolo della famiglia, e gli fanno fare una croce nell'aria con una delle sue mani.

Altri invece fanno fare al bambino il segno della croce con un coltello che gli mettono in mano.

Nella famiglia dei Garigliani, una delle più antiche di Calcinaia, si conservano un ammonite e un campanello, che suonato da un bambino, si crede di grande efficacia per tenere lontano il fulmine.

Per impedire che un fulmine cada su di un pagliaio i contadini mettono sulla cima di esso una croce fatta con canne, un ramo d'ulivo benedetto e un fiocchetto rosso.

Sotto il nome di malocchio, i contadini di Calcinaia comprendono le malattie, disgrazie, in altri termini tutto ciò che comunemente diciamo iettatura.

Per vedere se un bambino ha il malocchio, si prende un piatto con dell'acqua pura, e vi si versa un po' d'olio:
se l'olio si spande, la persona per la quale si fa la prova, ha il malocchio.

Quando si porta un bambino in fasce a qualche festa, si deve attacargli al collo un fiocco rosso perchè per la strada non gli pigli il malocchio.

A tutte le piante da fiori si attacca pure contro il malocchio (e il malocchio sarebbe per esse l'avvizzimento) un pezzetto di stoffa rossa.

Quest'anno poi ebbi agio di osservare in un campo di cocomeri due canne incrociate legate insieme da un nastro rosso; in vetta un guscio d'ovo infilato in una canna:
chiesto ai contadini che significasse ciò, mi risposero che i cocomeri in tal modo non andavano a male.

Quando una persona va a comprare delle ova per mettere sotto a una gallina non deve orinare per la strada, se no, dalle ova non verrà fuori nessun pulcino.

Per avere il pronostico sulla nascita di un maschio o d'una femmina, si addormenta una chioccia gridandole chiù; se la gallina s'addormenta bene e per lungo tempo, nascerà un maschio; se si ridesta subito, nascerà una femmina.

Quando le ova fanno il panno (non sono cioè provviste del guscio esterno ma di una sottilissima pellicola) si prende il panno d'uno di questi ovi e si attacca al catenaccio del focolare dove si lascia per tutta una notte; ciò impedisce che la gallina faccia delle ova simili.

Quando le donne di Calcinaia fanno il bucato, perchè i panni diventino belli puliti, fanno arroventare la paletta per prendere il carbone sul fuoco, e la immergono per un istante nella caldaia in cui bolle l'acqua pel bucato.
Il bucato non va fatto, come pure non bisogna seminare quando la luna non è ancora nata, perchè solo

Quando la luna ha avuto il primo Marte
L'è bona per far tutte l'arte
     
Le massaie Calcinaiuole poi, perchè la conserva di pomodoro non prenda il rame, mentre si cuoce, mettono a bollire insieme coi pomodori un fuscello di vite.

Perchè il pane non bruci, quando lo mettono in forno, fanno con la pala una croce sul forno.

L'ultima sera di carnevale, per impedire che le fave vadano a male, i contadini accendono dei covoni di paglia e vanno a far lume alle fave gridando a squarciagola:

Lasciala andare, lasciala andare,
L'è l'ultima sera di carnevale;
Mandala a bere, mandala a bere
Alla fonte di' podere

TesIl giorno dell'Ascensione, perchè i fagiuoli non prendano la nebbia, si mette in mezzo al campo, dove questi sono piantati, prima del levar del sole, una frasca di pioppo.

Il giorno di S.Francesco si deve cambiare di vaso ai garofanise se no questi andranno a male.

Se dal Giovedì Santo al Sabato Santo si digiuna, si libera un anima dal purgatorio.

Il Giovedì Santo, quando legano le campane, si deve far seminare da una donna incinta delle viole a ciocche:
se questa, appena verranno sciolte le campane il sabato, smuoverà la terra, le viole a ciocche diventeranno doppie.

Così pure, quando sciolgono le campane il Sabato Santo, si deve andare nei campi ed abbracciare i ciliegi:
questo è un mezzo per impedire che cadano le ciliegie.

Si racconta che un tal Baldassarre Audiberti, romito girovago del Vercellese, morto nel 1852, piantò 22 croci a Calcinaia:
egli aveva il privilegio che la pioggia non lo bagnava, che, inginocchiandosi in un pantano, non s'infradiciava.

Predisse che quando le sue croci si distruggeranno, sarà il finimondo.

Non ne piantò in qualche luogo, perché trovò che la gente non era buona.

Era povero in canna.

La notte gli piovevano dal cielo tanti bigliettini che contenevano le grazie ch'egli aveva domandato per gli altri.

Della Beata Giovanna da Signa, pastorella vissuta nel secolo decimosettimo, si mostra fra Calcinala e Signa la quercia che nacque, quando, sorpresa dal temporale, piantò nel suolo il suo bastone pastorale, invocando la Madonna, e ne nacque tosto una gran quercia, sotto la quale la Beata Giovanna raccolse tutto il gregge.




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