Si racconta che... Passato e presente delle tradizioni lastrigiane - Proverbi e modi di dire fiorentini
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A buono intenditor, poche parole - Alla persona intelligente e che sa ascoltare, basta poco per capire.
A babbo morto - Si dice di qualcosa che è andata perduta senza rimedio, oppure cadere senza attutire il colpo. Rinviare un pagamento sine die. Da Nazzareno Centini riceviamo e pubblichiamo (marzo 2007): A Roma, questo detto indica che la cosa si farà a data da destinarsi. Deriva dal fatto che i figli dei benestanti che non avevano accesso al denaro contante facevano dei debiti rinviando il pagamento al percepimento dell'eredità. Cosa che sarebbe avvenuta alla morte del padre.
L'espressione avverbiale a babbo morto trae origine da una particolare forma di prestito praticata anticamente dagli usurai nei confronti di giovani che, trovandosi in disastrose condizioni economiche, avrebbero restituito la somma di denaro ricevuta solamente dopo la morte del padre, cioè dopo la riscossione dell'eredità familiare.
Si sottintende quindi che il debito in questione venga saldato in tempi molto lunghi.
Proprio per questo motivo, il significato si è esteso scherzosamente a indicare, come si afferma nel GRADIT, "acquisti e simili con lunghe e improbabili dilazioni di pagamento", o, addirittura più ironicamente, come si legge sul Dizionario dei modi di dire della lingua italiana di Lapucci, "dare un prestito a fondo perduto".
Attualmente, nel linguaggio, ci si riferisce a qualsiasi pagamento, conto o debito che preveda attese molto lunghe per la riscossione, la quale potrebbe anche non avvenire mai.
Tra le costruzioni verbali registrate si segnalano: pagare a babbo morto, prendere soldi a babbo morto, restituire a babbo morto, dare soldi a babbo morto.
Fonte:Accademia della Crusca
Babbo - Dall’Inferno dantesco, canto XXXII: ché non è impresa da pigliare a gabbo - discriver fondo a tutto l’universo - né da lingua che chiami mamma o babbo.
Il termine “babbo” è diffuso, nella medesima accezione, anche in Romagna, Umbria, Marche, Sardegna e nel Lazio settentrionale.
A bizzeffe - In abbondanza
A caval donato non si guarda in bocca - Non è buona creanza criticare un regalo
A donna bianca, bellezza non le manca - La carnagione chiara, è qui vista di per sè come un pregio.(Le contadine si abbronzavano lavorando nei campi....)
A lavar la testa all'asino si perde il ranno e il sapone - Quando si vuole migliorare chi non vuol saperne è un lavoro inutile e dispendioso
A mangiare e bestemmiare tutto sta nel cominciare - Mangiare è inteso come accaparrare, sottrarre, arraffare, trafugare.....
A pagare e a morire si è sempre a tempo - La cose indesiderate è sempre meglio ritardarle il più possibile
Avere il Regio, avere la matta (nel gioco delle carte) - Avere il RE, avere la donna di quori
A Roma iddio un'è trino, ma quattrino (Quattrino antica moneta del Granducato di Toscana)
A Roma si fa la fede, altrove ci si crede
A rubar poco si va in galera as rubar parecchio si fa carriera - I piccoli furti vengono spesso puniti, a differenza di quanto avviene per i grandi
A sentire una campana sola, si giudica male - Prima di dare un giudizio è meglio sentire le opinioni più diverse
A tavola un s'invecchia - Stare in buona compagnia aiuta a rimanere giovani
A ufo - Gratis, senza spesa. Probabilmente deriva dalla sigla A.U.F. (ad uso fabbrica) che veniva scritta sui mattoni della fabbrica del Duomo di Firenze e che per questo non pagavano la tassa.
A ufo non canta il cieco - Non si fa nulla per nulla in cambio
A voler che il carro non cigoli bisogna unger le ruote - Per carro si intende un burocrate potente, per ungere offrire danaro o favori
Abbaiare alla luna - Fare o chiedere o lamentarsi di qualcosa senza possibilità che vi sia dato ascolto
accidenti a quelle che vanno di fuori! - espressione usata a commento di una punizione ritenuta sacrosanta
accidenti a te e a chi ti legò il bellico!- riferito a persona un po' strana o che ci fa arrabbiare, in genere rivolto ai propri figli
accorgersi della ragia - rendersi conto che sta per succedere qualcosa di negativo
Acqua cheta la rovina i ponti - Persona a prima vista serena e tranquilla ed conciliante ma in realtà decisa e tenace per il raggiungimento dei propri scopi. Fa riferimento all’erosione dell’acqua sui pilastri che sostengono i ponti, modesta ma incessante ma che di solito arriva a far più danni di una comune piena.
Acqua d'aprile fa rimbelloccire. - Diventare più belli
Acqua in bocca! - Suggerimento di mantenere un segreto
Acqua passata non macina più - Quello che è successo non si potrà ripetere
Ad ogni poeta manca un verso - La perfezione non è di questo mondo
Agire o essere quatto quatto - Farlo in modo non vistoso a volte inteso come subdolo
agli zoppi grucciate! - commento di una disgrazia che ha colpito qualcuno già in condizione sfavorita
Agli zoppi grucciate = Piove sul bagnato - Le digrazie non vengono mai sole . Gruccia = stampella
Ai tempi che Berta filava - In un passato antichissimo
Al buio, tutti i gatti sono bigi - (bigi = grigi) Difficoltà di scegliere o giudicare quando mancano i mezzi.
Al contadino non far sapere, quant'è bono il cacio con le pere - Non far sapere, dare o provare ad altri qualcosa perché poi potrebbe non avrebbe più lo stesso valore.
Al cuor non si comanda - Quando si è innamorati tutto il resto passa in secondo piano.
All'acqua di rose - In genere lavoro, ricerca o indagine fatto senza la dovuta serietà
Alle giovani i bocconi, alle vecchie stranguglioni. - I'bocconi buoni' sono gli amanti giovani, gli 'stranguglioni' gli amanti vecchi, cattivi . - Decameron, V, 10, Boccaccio - In senso esteso, significa dare il meglio ai giovani, a scapito dei vecchi
Alle porte coi sassi (Siamo) - Riferito ad un avvenimeto importante che ci coinvolgerà a breve tempo
Altro che il Papa è infallibile - (Altro che = solamente) Usato quando si riconosce di aver commesso un errore, ma anche per rimproverare qualcuno che si vanta di essere sempre nel giusto
Ambasciator non porta pena - Chi riporta o comunica notizie non è responsabile di queste
Amico Fritz - Si dice ironicamente circa la spontaneità di un'amicizia
Amor di tarlo, che per risparmiar la croce si mangia il Cristo - Di chi non sa distinguere le cose importanti della vita
Amore e tosse non si nascondono - Accostamento fra due fatti / avvenimenti che non è possibile soffocare
Anche l'occhio vuole la sua parte - L'estetica è importante
Anche un orologio rotto du' volte al giorno segna l'ora giusta - Non giudicare un'affermazione dalla persona che la esprime.
Andare a marito - sposarsi, lasciare la casa paterna per sposarsi
andare a rifinire - concludersi in modo negativo
Andare alla busca - andare alla ventura, senza programmi; specialmente in riferimento alla ricerca di una donna
Andare con i piedi di piombo - Scegliere con cautela e accortezza
Andare in visibilio - Avere entusiasmo per la gran gioia
Andata in cavalleria - Cosa prestata e mai restituita
Appaiarsi - accoppiarsi, formare una coppia; avere rapporti sessuali
Aprile, dolce dormire
Aprire gli occhi - Ricredersi cambiano opinione su fatti o persone
Argini, macchie e pruni. - Indica chi nel suo fare, travolge cose e persone senza curarsene
Aria fritta - Parole sprovviste di contenuto
Aria rossa o la piscia o la soffia - Antico detto contadino, quando le nuvole sono rossastre si prevede pioggia o vento
Arlecchino si confessò burlando - Confessare qualcosa sotto forma di finta, scherzo o canzonatura
Armiamoci e partite! - Di chi sprona gli altri a rischiare, badando bene dal parteciparvi (Detto con ironia..)
Arno non cresce se Sieve non mesce - Mescere = versare; le maggiori piene dell'Arno sono state causate dal fiume Sieve, anche quella del 1966
Arrivare dopo i fòchi di San Giovanni - La festa del Patrono di Firenze, durante la quale si svolgevano una fiera e varie manifestazioni. In ultimo c'erano i fuochi, sui quali saltavano uomini e bestie, per la tradizione della benedizione "per ignem". Arrivare dopo quest'evento, quindi, era arrivare a cose fatte....
Arrosto che non tocca, lascia che bruci
Aspettare il porco alla quercia - Come l'animale, presto o tardi giunge alla quercia per le ghiande, e può essere colto sul fatto.....Lo stesso può esser fatto con le persone, aspettandole nei luoghi dove sono usi capitare....
Attaccare il cappello all'uscio - trovare una sistemazione economica vantaggiosa sposando una donna ricca
Attaccare bottone - Cercare di parlare con un'altra persona usando discorsi pretestuosi
aver pisciato da piccino in chiesa - essere fortunato
Aver trovato un podere nel Chianti - Avere una una buona rendita, ma anche riferito riferito all'aver incontrato un persona onesta, o aver trovato un buon posto di lavoro
Aver visto un bel mondo - aver avuto molto senza aver compiuto sforzi per ottenerlo.
Aver fatto la cavallina - Aver iniziato dalle posizioni più umili
Aver fegato - Essere coraggioso
Aver le fette di salame sugli occhi - Non riuscire ad afferrare le cose più scontate
Aver una fortuna come un cane in chiesa - I cani non sono accetti in chiesa. Riferito a persona sfortunata
avere il malanno e l'uscio addosso - persona a cui capitano disgrazie contemporranemente
Avere faccia di bronzo - Riferito a persone che riescono a rimanere impassibili nelle situazioni più imbarazzanti e che come una statua di bronzo non cambiano espressione. Faccia come il culo è la versione triviale.
Avere faccia tosta - Simile a “Faccia di bronzo” ma in senso più bonario, per esempio di chi si attribuisce pubblicamente azioni lodevoli non completamente proprie.
Avere i bollenti spiriti - Usato in senso ironico, indica carattere precipitoso
Avere il bernoccolo - Possedere particolare predisposizione per qualcosa
Avere il tatto di un elefante - Essere sprovvisto di sensibilità
Avere l'acquolina in bocca - Pregustare anzitempo cibo od occasione speciale
Avere la bottega aperta - Avere la patta dei pantaloni schiusa
Avere la coda di paglia - Giustificarsi senza essere incolpati, non avendo coscienza tranquilla
Sul significato dell'espressione avere la coda di paglia non sembrano esserci dubbi e tutti i principali repertori lessicografici e di modi di dire ne danno pressappoco la stessa definizione: chi ha la coda di paglia sa di aver combinato qualcosa, non ha la coscienza tranquilla e, di conseguenza, è sempre sospettoso per timore di essere scoperto; la versione tradizionale (e un po' in disuso) del più recente e "mediatico" avere uno scheletro nell'armadio.
Meno lineare appare invece la ricostruzione dell'origine dell'espressione. La spiegazione tradizionale e largamente conosciuta si fonda su quella data da Costantino Arlia (in Voci e maniere di lingua viva, Milano, P. Carrara, 1895), tratta da Fanfani e ripresa poi in molti dizionari etimologici, che faceva risalire l'espressione alla favola in cui una volpe che aveva perso la coda, per la vergogna, se ne sarebbe messa una posticcia di paglia. Molto più convincente la ricostruzione proposta da Ottavio Lurati (Dizionario dei modi di dire, Milano, Garzanti, 2001) che fa riferimento alla pratica medievale di umiliare gli sconfitti o i condannati attaccando loro una coda di paglia con la quale dovevano sfilare per la città a rischio che qualcuno gliela incendiasse come gesto di ulteriore scherno. La coda naturalmente rappresenta il simbolo del degrado dallo status di persona a quello di animale. Questa origine sembra dar conto dei diversi e contemporanei stati d'animo che caratterizzano chi ha la coda di paglia: la consapevolezza del proprio errore, la vergogna e la diffidenza verso gli altri che possono rendere pubblica la colpa, aggravando il senso di umiliazione. Lurati cita un episodio specifico avvenuto nel Trecento e raccontato da Galvano Fiamma nella sua cronaca intitolata Manipulus Florum: i prigionieri pavesi, sconfitti dai milanesi, sarebbero stati cacciati dalla città con una coda di paglia attaccata in fondo alla schiena.
Fonte: Accademia della Crusca
Avere la luna storta - Essere di cattivo umore
Avere la pazienza di Giobbe - Sopportare con pazienza molestie, ingiustizie e tribolazioni
Avere le gheghe - Avere modo di fare poco sensato, in genere dovuto a motivazioni amorose
Avere più corna di un paniere di chiocciole - Il partner tradisce con più persone, anche contemporaneamente
Avere un asso nella manica - Aver delle risorse in serbo da far valere al momento opportuno
Avere una fifa blu - Paura tale, che il volto diventa cianotico fino da assumere una tono bluastro
Avere una memoria d'elefante - Ricordarsi dei torti subiti per lungo tempo
Avere una Papamobile - Possedere un’auto elegante oltremisura ed usarla pochissimo
Avere uno scannatoio - Avere un Piedater, una Garcçonièrre, luogo sicuro e tranquillo
Avere uno scheletro nell'armadio - Precedenti illeciti o discutibili, nascosti
Averla avuta bona - aver avuto una grossa disgrazia
Avvocato del diavolo - Si dice di chi cerca argomenti, anche capziosi, per verificare o confutare una tesi
Bacco ,Tabacco e Venere, riducon l'uomo in cenere
Baciare il culo (al padrone, al prete, al superiore in genere) - Modo di dire spregiativo di chi è sottomesso. - La Repubblica fiorentina, oltre al giglio aveva anche un altro simbolo, il "Marzocco", cioè un leone accosciato che sostiene con una zampa lo scudo col giglio. Esso è visibile anche oggi in molti luoghi di Firenze. I fiorentini usavano far baciare il leone sul culo ai loro nemici sconfitti come atto di sottomissione. Nel 1364 Firenze conquistò e sottomise Pisa, il rito fu compiuto dai prigionieri Pisani condotti a Firenze passando per Porta san Frediano. In questo caso al posto del “Marzocco” in pietra fu utilizzato un leone vivo. Così si esprime il raccoglitore di memorie Giovanni di Pagolo Morelli: Alla Porta a San Frediano, per la quale entrò il vittorioso capitano, istette un lioncino vivo, ma di poco tempo, al quale tutti i Pisani baciarono il culo
bada di mezzo! - fai attenzione, che sono arrabbiato
bada! - esortazione all'attenzione, ma anche a togliersi dai piedi
Bando alle ciance - Le ciancie sono le chiacchiere superficiali e puerili, da cui "si son fatte quattro ciance". Si dice anche “bando alle ciance” con il significati di “basta con le parole, passiamo ai fatti”. Ciance può significare anche frottole o invenzioni.
Barba, capelli e corni, moda de' nostri giorni
Battere il ferro quando è caldo - Agire non aspettando ulteriori sviluppi
Battere la grancassa - Dare un risalto sproporzionato ad una circostanza
Beati gli ultimi se i primi sono onesti - Parafrasando il Vangelo, è riferito a cose terrene
beccafico - epiteto lievemente offensivo
Beccare - Riuscire nell'intento con guadagno , ma anche ammalarsi (beccarsi un'influenza)
Beccare (farsi) - Farsi sorprendere in fragrante
Beccarone - Epiteto offensivo, come di cornuto
Bel naso, buon tappo
Bella grassa si sente dire, bella secca , mai. - Il grasso ha avuto connotati positivi nella società contadina fino ad alcuni decenni fa, quando il "mangiare" scarseggiava....
benino - ironico in riferimento a situazione tutt'altro che positiva o situazione che si presume difficile e/o fastidiosa
Berlingaccio - ultimo giovedi di Carnevale, giovedì grasso
Bestia nera - Persona o argomento che crea sempre dei problemi
Bindolo, paga i debiti! - Si dice di persona che non assolve i propri impegni ; bindolo significa ingannatore, imbroglione
Bocca della verità - Persona assolutamente sincera, in ogni circostanza. Si dice dei bambini
Boccone del prete - Si intende il posteriore del pollo, che è considerata assai gustosa. (La chiesa, i preti, si prendono sempre le cose migliori)
Bolla di sapone - In senso figurato, cosa o fatto inconsistente
bollare - cogliere in flagrante, ma anche imbrogliare se detto fra imbroglioni della vittima
Bollare d'infamia - Additare al disprezzo generale
Bollire in pentola - Evento che si va preparando. ( Anche di nascosto....)
bomba - affermazione palesemente esagerata o inverosimile
Botte da orbi - significa picchiarsi furiosamente. Gli orbi sono i persone quasi cieche, e sta a indicare di colpi inferti a casaccio anche per i lividi al volto ed agli occhi.
Braccio secolare - Di solito in senso spregiativo; S'intende quello del potere ecclesiastico che, non agendo direttamente, cerca di dominare la società civile.
Brevi manu - Indicara la consegna fatta personalmente, o anche pagamento a nero
Briaco come un tegolo - Tegola- Laterizio per la copertura dei tetti; gronda acqua quando piove..... per esteso gronda....puzza di vino
Brindellone - carro decorato che per Pasqua viene incendiato dalla colombina in piazza del Duomo, persona alta e magra.
buggerare - imbrogliare; anche derubare truffando
Burrasche e puttane, le vengon da Pistoia - Da ovest, dal mare, dal pisano
Buttar via l'acqua sporca con il bambino dentro - Disfarsi di cosa inutile, senza accorgersi di buttar via, insieme, anche ciò che serve
buttati (nel senso di suicidati) in Arno! - esclamazione usata per esprimere disapprovazione o compassione
Cadere in piedi - Uscire senza danno da una circostanza difficile
Calcio di puledra non fa male al cavallo - Di solito con riferimento a liti fra amanti
Caldo e gelo non restano in cielo - Priam o poi se ci sono le circostanze i fatti avvengono
Cambia la musica, ma i sonatori son gli stessi - Riferito a un cambiamento più apparente che sostanziale.
Campa cavallo che l'erba la cresce (campa operario se ti riesce) - Riferito allo stipendio dei salariati che cresce troppo lentamente
Can che abbaia, non morde
Cane non morde cane - Si dice di potenti che temendosi a vicenda evitano di intralciare i rispettivi interessi
Canto del cigno - Si dice dell'ultima azione fatta, a volte con sarcasmo
Capire l' antifona - "Intendere a volo" , da sole allusioni...
Capro espiatorio - Colui sui quale vengono fatte ricadere le colpe di altri
Carnevale a i' foco, Pasqua a i' sole
Carnevale, ogni scherzo vale
Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia.
Casus belli - Indica la causa di un dissidio
Cavaliere fra due dame, fa la parte del salame
Cavallo di battaglia - Indica una capacità particolare di una persona
Cavallo di Troia - Tranello mascherato abilmente
Cercare col lanternino - Di solito ironico, si dice d' imprudente o sciocco che sembra cercarsi guai.
Cercare la quadratura del cerchio - Tentare un'impresa impossibile
Cercare un ago in un pagliaio - Si dice di cose difficili da trovare
Chi bazzica coi preti e intorno al medico vive sempre ammalato e muore eretico - Si dice di chi vive all'ombra di potenti pur disprezzandoli ma ne gode i vantaggi
Chi burla lo zoppo badi d'esser dritto
Chi cerca, trova
Chi critica vò comprare
Chi dorme non piglia pesci
Chi è cagion del suo male pianga se stesso
Chi fa da sè fa per tre
Chi fa l'amore e non sa l'uso, gli assottilisce la gamba e allunga il muso
Chi ha capre ha corna
Chi ha fatto il male, faccia la penitenza
Chi ha il culo nell'ortica, spesse volte gli formica - Formica, da formicare= pizzicare
Chi ha il mestolo in mano, fa la minestra a modo suo
Chi ha portato la tonaca, puzza sempre di prete
Chi ha prete o parente in corte, fontana gli risorge - Con riferimento ai vantaggi di avere amico o parente potente
Chi ha voglia di fare non ha bisogno di pungolo
Chi l'ha più lungo, se lo tira - Ognuno fa solo ed esclusivamente il proprio interesse
Chi la fa, l'aspetti
Chi lascia la strada vecchia per la nova, sa quel che lascia, ma non quello che trova
Chi lavora per l'Ascensione, gli va tutto in perdizione
Chi lavora per Santa Maria, ha voglia di lavorar da buttar via - Giorno di fiera a Lastra a Signa, oltre che festa dell'Assunta.
Chi mangia la chiocciola maggiaiola, mangia i figlio e la figliola - Per la credenza che la chiocciola deponesse le uova in maggio.
Chi mostra i quattrini mostra il giudizio (che ha)
Chi muore giace chi vive si da pace
Chi non digiuna la vigilia di Natale, corpo di lupo ed anima di cane - Proverbio inizi secolo scorso, diffuso fra i contadini bigotti
Chi non fa, non falla - falla = sbaglia
Chi non ha testa, abbia gambe
Chi non lavora non mangia - Da San Paolo . 'Chi non vuole lavorare non deve pretendere ricompensa ' . Ripresa in questa forma dal movimento socialista
Chi non mangia in compagnia, gliè un ladro o gliè una spia
Chi non mi vuole non mi merita
Chi non parla, Dio non l'ode - Chi non si spiega, chi non si esterna, chi non si lascia intendere, difficilmente otterrà quello che chiede
Chi non risica, non rosica - Chi non rischia non ne gode i vantaggi
Chi non sa fare, non sa comandare - Per valutare il lavoro degli altri bisogna conoscerlo ed il miglior modo è saperlo fare.
Chi non sa fingere, non sa regnare
Chi non sa l’arte, chiuda bottega
Chi picchia per primo picchia due volte - Esalta i pregi dell'agire di sorpresa.
Chi piscia contro vento, si bagna la camicia - Andando contro i luoghi comuni si possono avere fastidiose sorprese
Chi più spende, meno spende
Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare
Chi primo arriva, primo macina
Chi rompe paga, e i cocci sono suoi
Chi serba, serba ai gatti - Le cose non godute per tempo, fanno una brutta fine.....
Chi si contenta gode - Risposta : E qualche volta stenta....;.... ma è un bello stentar, chi s'accontenta
Chi si loda s'imbroda - Imbroda = sporcarsi di brodo, fare una figuraccia
Chi si somiglia si piglia
Chi siede sulla pietra fa tre danni: infredda, diaccia il culo, e guasta i panni
Chi tace acconsente
Chi troppo in alto va cade sovente, precipitevolissimevolmente
Chi troppo vuole, nulla stringe
Chi un ha quattrini un abbia voglie - Chi non ha soldi non abbia voglie. Il Quattrino era moneta del Granducato di Toscana.
Chi va al mulino si infarina - chi si trova in situazioni favorevoli in un modo o nell'altro ne trae beneficio
Chi va a letto senza cena, tutta la notte si dimena (Boccaccio, Decamerone) - Nell'uso corrente è un invito a non rinunciare a qualcosa per una ripicca. Detto anche come sberleffo per affare finito storto
Chi va alla guerra, abbia coraggio - Prima di iniziare un'impresa chiedetevi se ne avete le capacità
Chi va piano va sano e va lontano
Chi vo' bene a tutti un vo' bene a nessuno - Riferito in particolare a preti, frati e monache che non avendo famiglia propria amano solo se stessi.
Chi vuol star bene un di faccia un buon pasto; chi una settimana ammazzi il porco; chi un mese prenda moglie; chi tutta la vita, si faccia prete
Chiedere è consentito, rispondere è cortesia
Chiodo scaccia chiodo - A volte un problema ne risolve o ne allevia uno precedente
Ci faccio un crocione - Non si vuole più saperne di una persona, o di un luogo
Ci rivedremo a Filippi - Minaccia e ammonizione. Equivale a "te la farò pagare"
Ciurlare nel manico - Liberarsi da un obbligo o rinviarne l' attuazione
Co' quattrini e l'amicizia si va n'culo alla giustizia
Col tempo e con la paglia, si maturan le sorbe e la canaglia - Il tempo muta - matura - cose e persone; essere prudenti, non affrettare le cose....
Colosso dai piedi d'argilla - Istituzione o persona, la cui potenza non ha solide basi
Comandare a bacchetta - Usare maniere autoritarie o eccessive
Combattere contro mulini a vento - Prendersela con nemici immaginari o buttarsi in imprese impossibili
Combinarne più di Carlo n'Francia - Avere un comportamento che danneggia persone o cose
Come il cacio sui maccheroni - Evento verificatisi in modo molto opportuno durante fatti di per se favorevoli. In cucina, il formaggio (cacio) sui maccheroni è un ottimo abbinamento.
Compagno di strada - Usato soprattutto in politica. Alleato momentaneo, con idee politiche diverse
Comportarsi alla carlona - Comportamento distratto , noncurante
Compro, baratto e vendo
Con beneficio d'inventario - Accettare con riserva
Con la forza non si fa nemmeno l'aceto - Solo con la forza non si ottiene nulla di buono
Conoscere come le proprie tasche - Conoscere benissimo.....
Contadino, scarpa grossa e cervello fino
Contare quanto il due di briscola - Avere un potere quasi nullo
Contento come una Pasqua - Essere molto contento
Cosa fatta capo ha - (Divina commedia Inferno XXVIII, 107) - Nell'uso corrente, stimolo a finire presto e bene lavoro o incombenza fastidiosi
Cristo e i lanternoni, toccan sempre ai più coglioni - Ci si riferisce alle processioni, dove si portavano la croce e grosse lanterne. Per esteso, le cose peggiori toccano sempre ai più tonti o creduloni.
Da giovane per piacere, da vecchia per giovare - Così rispondeva mia nonna quando le dicevo che aveva un buon profumo..
Da lustrarsi gli occhi - Si dice di panorama o visuale bellissimo
Da Montelupo si vede Capraia Cristo fa le coppie e poi le appaia - detto, di solito ironicamente, a proposito di due persone molto simili che hanno un rapporto piuttosto stretto
Da ricchi impoveriti e da poveri arricchiti, prega i' Dio che t'aiti
Dalla padella alla brace - Uscire da un guaio entrandeoin uno peggiore
damo, dama- fidanzato/a, di solito dopo al presentazione alla famiglia
Dare i numeri - Farneticare, straparlare, dire cose a vanvera (riferimento ai numeri del lotto)
Dare il benservito - Ironico; mettere alla porta, licenziare
Dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. - Barcamenarsi tra persone e situazioni cercando di restare equidistanti... - Si rifà al lavoro dei bottai, che nel mettere in opera le doga della botte, davano un colpo a questa e uno al cerchio di ferro, con un mazzuolo di legno, per avere aderenza fra le parti.
Del senno di poi, son piene le fosse - Pentirsi in ritardo non serve ed i gravi errori vengono pagati a caro prezzo
Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei
Dio lo vuole - Dal latino Deus vult. Questa frase su pronunciata nel novembre 1095 da Papa Urbano II sulla piazza della cattedrale di Clermont-Ferrand (Francia) lanciando la prima crociata. La frase oggi viene usata come parodia per ironizzare sull'atteggiamento di chi grazie al proprio potere impone delle decisioni.
Dio non fa mai chiesa, che il diavolo non ci voglia (o non ci fabbrichi) la sua cappella - Si dice per dare ad intendere che il diavolo non vede farsi alcun bene senza cercare di mettervi o farvi nascere qualche male
discorrere - avere una relazione, essere fidanzati
Discutere del sesso degli angeli - Perdere tempo, discutendo di cose inutili
Donna che dimena l'anca, se puttana non è poco ci manca
Donne giovani e vin vecchio
Dormire sugli allori - Nell'antichità, con le foglie d'alloro,venivano incoronati i vincitori . Viene detto di chi si adagia e resta inoperoso dopo un buon risultato.
Dovè la civetta, ci cala sempre qualche uccello - Per esteso, civetta, è riferito alle donne
Dove va la nave, può andare il navicello - Navicello = piccola nave.
Duralla! - esclamazione che esprime soddisfazione per la situazione attuale e la speranza che continui allo stesso modo
E' la legge di' Menga (chi l'ha n'culo se lo tenga) - Quando una legge o affare punisce ingiustamente qualcuno
E' meglio aver paura che toccarne - La ritirata è preferibile alla sconfitta
è più il patire che il godere - detto in situazioni in cui ci si diverte meno di quanto sarebbe stato auspicabile
E' un bailame - Una gran confusione - dal turco Bairam (festa). Ci sono due Bairam, il piccolo ed il grande, e fanno seguito al digiuno del Ramadam
Ecco fatto il becco all'oca. - Si dice alla fine di un lavoro impegnativo e ben fatto.
eccoci all'acqua! - quando si è in difficoltà e non si sa come risolvere
Esser come l'esercito di Franceschiello - Franceschiello, Vicerè di Napoli, si rese famoso per battaglie perse e ritirate. Gruppo di persone unite negli interessi, ma senza una vera preparazione, disposizione o disciplina interna
Esser peggio del giovedì - Il giovedì è nel mezzo della settimana. - Il proverbio è usato per indicare chi sta sempre tra i piedi, è pedante.
Essere infilata male - cominciare male, detto specialmente in riferimento alla giornata
Essere (o fare) la gatta morta - Donna che gioca d'astuzia con un uomo
Essere (o segnare) sul libro nero - Essere nella lista di qualcuno, come nemico o sgradito
Essere al lumicino - Si dice di una persona che soffre per mancanza assoluta di denaro – Ma anche di una persona che sta per morire dopo lunga malattia. In Firenze, nella Piazzetta di San Martino, sotto un tabernacolo, esiste una cassetta in pietra dove venivano raccolte le elemosine per li poveri “vergognosi”, come recita anche oggi una scritta.I poveri “vergognosi” erano tutte quelle persone che si vergognavano di chiedere 1'elemosina perché per vari motivi non volevano far conoscere la propria situazione.Generalmente si trattava di vedove con figli piccoli, di nobili decaduti o anziani soli.Il tutto era gestito dalla Compagnia dei "Buonomini".Questa provvedeva a suddividere in parti uguali le elemosinate fra tutti i poveri “vergognosi”.Quando non c’erano elemosine sufficienti, i Buonomini accendevano una candela davanti al tabernacolo per informare i passanti invitandoli a fare offerte. Dall’abitudine di accendere questa candela deriva il detto.
Essere al settimo cielo - Essere molto felici
Essere alla frutta - Con riferimento al pranzo, la frutta viene per ultima o quasi; per esteso: Essere arrivato alla fine, essere ridotto male
Essere alla macchia - Essere introvabile
Essere come l'Araba fenice - Risorgere dalle proprie ceneri, da gravi sconfitte.
Essere fra l'incudine e il martello - Trovarsi tra due opzioni pericolose.
Essere il gallo della Checca - In senso ironico, conteso dalle donne
Essere in bolletta - Senza soldi. "Bolletta" era la polizza del Monte di Pietà
Essere in luna di miele - Periodo felice nei rapporti tra due persone, come ( in genere) il primo mese di matrimonio.
Essere in zona Cesarini - Riferito al giocatore omonimo, autore di diverse reti allo scadere della partita. Per esteso, l' approssimarsi di un evento.
Essere l’ultima ruota del carro - Essere membro di un gruppo nel quale non si gode di considerazione.
Essere la fabbrica del duomo - Lavoro che non si riesce a finire (riferito al Duomo di Firnnze, per portare a termine la sua costruzione occorsero oltre 120 anni)
Essere la pietra di paragone - Termine di confronto, o criterio di giudizio
Essere l'ago della bilancia - In senso figurato, persona e fazione con scarso peso ma determinante nelle decisioni
Essere l'avanzo di qualcuna - spregiativo essere preso da donna che ha già avuto un altro rapporto di fidanzamento (che implica rapporti sessuali).
Essere male in arnese - Essere in cattive condizioni fisiche o economiche
Essere nel limbo - Essere tenuti in disparte in uno stato di incertezza (Con riferimento bambini morti non battezzati nel Limbo della Chiesa Cattolica)
Essere nell'occhio del ciclone - Essere in una situazione di grave pericolo
Essere o alzarsi a buco storto - Si dice di persona di pessimo umore
Essere o fare il Beota - Beota = Stupido o citrullo
Essere o Stare col culo per terra – Non avere soldi, non avere rispettabilità. A Firenze, nella Loggia del Porcellino al Mercato Nuovo si trova un disco di marmo bianco e verde che riproduce a grandezza naturale la ruota del Carroccio perché in quel luogo sostava 1'antico Carroccio, simbolo della Repubblica e della libertà.In quel luogo veniva eseguita la più umiliante delle pene che i giudici del Bargello potevano comminare: la famigerata "acculata".La pena era prevista per falliti, debitori insolventi, falsari e imbroglioni.La pena veniva eseguita nelle ore di punta per dare maggiore risonanza in tutta la città.I condannati venivano portati su luogo dalle guardie poi venivano denudati dalla cintola in giù, sollevati per le gambe e le braccia veniva loro fatto battere una o più volte il culo nudo sulla pietra raffigurante il Carroccio, il tutto tra lo scherno e la derisione delle persone presenti.
Essere più tondo dell'o di Giotto - Persona ottusa
Essere senza sugo - Detto di persone, discorsi, libri, avvenimenti o fatti banali ed insulsi
Essere stato riportato dalla piena (d'Arno) - Non capire gli usi del luogo oppure essere vestito male e trasandato
Essere sui boccali di Montelupo - Persona della quale si parla molto, di solito in senso negativo
Essere suonato come la capra de' pompieri - capra=mascotte dei pompieri, sempre in mezzo al rumore.... nell momento di un intervento...
Essere un azzeccagarbugli - Usato per indicare un intrigante pronto a usare ogni mezzo per i propri scopi
Essere un farfallone - Donnaiolo in senso spregiativo
Essere un gagà - In senso ironico o amichevole, essere elegante
Essere un manfano- Persona senza educazione o riguardo nei rapporti persone o cose. (Il Manfano era un'arma da guerra medievale usata per danneggiare le muraglie)
Essere un mezze maniche - Persona mediocre o con scarsa personalità . (Riferito a personale impiegatizio)
Essere un Papa-boy - Si dice di persona che partecipa a raduni mitizzando la persona o l’istituzione oggetto del raduno
Essere un Re tentenna - Questo soprannome su affibbiato dai patrioti del Risorgimento a Carlo Alberto re di Sardegna. Questo in ragione del suo atteggiamento attendista nei confronti dei moti liberali. Fu chiamato così la prima volta da Domenico Carbone, in una satira scritta nel 1847 fatta circolare clandestinamente. Oggi sta a indicare una persona che non riesce a prendere una decisione.
Essere un voltagabbana - Cambiare opinione per convenienza
Essere un' acqua cheta - Persona tranquilla in apparenza, ma che persegue con costanza dannosi fini
Essere un'eminenza grigia - Il capo, (segreto) o ispiratore di un'azione
Essere una banderuola - Persona mutevole, incostante
Essere una frana - Di chi non riesce a combinare nulla di buono
Essere una lenza - Di chi ci sa fare, la sa lunga, agisce di furbizia convincendo gli altri
Essere una Quaglia - Si dice di persona considerata un po' tonta o poco sveglia
Fammi fattore un anno, e se son bischero gliè pe' i mi danno - Metti alla prova le mie capacità
Far come i ladri di Pisa - Secondo la voce popolare, litigavano di giorno, mentre la notte rubavano insieme. Si dice di chi sembra non andare d'accordo, ma di nascosto fa affari assieme.
Far come i pifferi di montagna - Andarono per suonare.... e furono sonati
Far come l'asino di Buridano - Non sapersi decidere tra due scelte, fino a farle diventare entrambe irrealizzabili.
far le riffe - nei bambini fare le bizze, ma anche cercare di imporsi con la prepotenza.
Far le nozze co' fichi secchi - Compiere un lavoro o azione senza avere gli strumenti adatti.
Far parte dello zoccolo duro - Indica un gruppo di persone che restano fedeli a un partito politico indipendentemente ai fatti contingenti, ma anche ad un prodotto o attore indipendentemente dal variare degli atteggiamenti o delle mode. Il termine zoccolo si riferisce alle immagini dei diagrammi cartesiani quando descrivono valori bassi ma costanti senza mai tendere a zero. Probabilmente l'espressione nasce negli anni Ottanta per indicare la base elettorale del PCI. Questo partito era in grado di resistere agli ondeggiamenti contingenti fidando su di un’ampia base di fedelissimi.
Far vedere i sorci verdi - I sorci verdi furono disegnati nel 1937 sulla fusoliera di una squadriglia di aerei italiani che parteciparono a una gara di velocità sul percorso ISTRES, Damasco - Parigi , piazzandosi ai primi tre posti.
Far venire il latte alle ginocchia - Riferito a persona pedante che annoia o dà fastidio
Far venire la barba - Annoiare
fare il rientrino - di marito che va a vivere con i suoceri benestanti
fare il servizio - possedere sessualmente, penetrare; imbrogliare
fare la punta a una ragazza - osservare una ragazza aspettando il momento opportuno per iniziare il corteggiamento
fare la quinta per discendere - passare da una condizione buona a una peggiore, regredire
Fare la veglia - serata, di solito invernale, passata in casa a svolgere lavori o giochi di gruppo
Fare una gufata a uno - provocare il danno di qualcuno con la propria volontà o influenza
Fare a braccio - Azione o discorso improvvisato, o senza aiuti
Fare a miccino - Spendere o consumare poco. Riferito a chi ha veramente poco
Fare abbassar la cresta - Far assumere un atteggiamento più remissivo
Fare come Papa Sisto, che non la perdonò nemmeno a Cristo. - Indica persona che non si ferma di fronte a niente. Chiamato a vedere un crocefisso miracoloso, in quanto piangeva, pare dicesse: "come Cristo ti adoro, come legno ti spacco!" e lo ruppe, rivelando il meccanismo nascosto che rendeva possibile l'inganno
Fare di tutta l'erba un fascio - Di origine contadina, significa raccogliere tutte le specie di erbe in un solo fascio, senza distinguerle. In senso figurato rappresenta, disapprovandolo, l'atteggiamento di chi riunisce tutti i suoi oppositori indistintamente.
Fare entratura - recarsi a casa della fidanzata per ufficializzare il fidanzamento
Fare Giacomo Giacomo - "Le attestazioni del detto in epigrafe ricavabili dalla lessicografia storica sono decisamente scarse. D'altra parte, non c'è da meravigliarsi che emerga di rado nella tradizione letteraria una formula decisamente connotata in senso popolare, e perciò viva soprattutto nell'uso parlato, com'è questa che attribuisce alle gambe la curiosa proprietà di fare, in determinate situazioni, giacomo giacomo.
Basti dire che gli esempi d'autore forniti dai dizionari storici non superano complessivamente il numero di sei. Si va dall'isolata attestazione nella commedia La serva nobile (1660) del fiorentino Giovanni Andrea Moniglia (1624-1700), data dalla V impress. del Vocabolario della Crusca, alle cinque - nell'ordine: di Moniglia, Giovanni De Gamerra, Collodi, Idelfonso Nieri, Bacchelli - registrate nel Grande Dizionario della Lingua italiana fondato dal Battaglia (GDLI); una sesta testimonianza, che risulta poi la più precoce essendo quella offerta, a due riprese, dall'Eneide travestita (1633) dell'umbro Giovan Battista Lalli (1572-1637), si ricava dal Tommaseo-Bellini (s. v. Giacobbe, 4)".
Si citano poi le attestazioni ancora anteriori nella commedia dialettale La Pace (1561) del veneziano Marin Negro, individuata da Massimo Bellina, e nel Baldus (1517 / 1518) di Teofilo Folengo, segnalata da Ottavio Lurati a proposito della quale "inutile dire che il maccheronico folenghiano garantisce appieno la vitalità popolare dell'espressione".
La Castellani Pollidori stessa ne aggiunge un'altra che "precede di ben 83 anni la coppia di attestazioni dell'Eneide travestita del Lalli. Devo la piccola scoperta a un accenno che mi ha colpito nello scorrere il lemma Giacomo del Dizionario etimologico-pratico-dimostrativo del linguaggio fiorentino di Venturino Camaiti (Firenze, Vallecchi, 1934): «Far Giacomo Giacomo, o Diego Diego, o Diego e Giacomo: Ripiegarsi sulle ginocchia per fiacchezza. Far Giacomo Giacomo è modo usato anche anticamente, e lo trovo in una nota dell'edizione del 1550 del Morgante, canto XXIV v. 125»".[...]
Fonte e per approfondimenti: Accademia della Crusca
Fare il ballottaggio - Fare una votazione scegliendo fra due alternative.In Firenze, nella Torre della Castagna (Piazzetta San Martino) si riunivano i Priori delle Arti per decidere e deliberare sui problemi che riguardavano le rispettive corporazioni.A volte le discussioni surriscaldavano gli animi.Nelle operazioni di voto si usavano delle castagne che venivano o meno inserite in un sacchetto per esprimere un si od un no. A Firenze le castagne vengono chiamate anche ballotte, (castagne bollite) da cui ha tratto origine il modo di dire.
Fare il bastian contrario - Chi contraddice continuamente
La prima attestazione dell'espressione bastian contrario risale al 28 febbraio 1819, in un intervento di Ludovico di Breme apparso sul numero 52 del giornale «Il Conciliatore» con il significativo titolo "Ai Signori associati al Conciliatore il compilatore Bastian-Contrario". Nel 1918 Alfredo Panzini, nella terza edizione del suo Dizionario moderno, cita l'espressione popolare e dialettale Bastiàn contrari come «detto di persona che contraddice per sistema»; e, a partire dalla settima edizione (del 1935), integra: «Bastiàn cuntrari: pop. detto nelle terre subalpine di persona che contraddice per sistema. Fu in fatti un Bastiano Contrario, malfattore e morto impiccato, il quale solamente in virtù del cognome diede origine al motto». La concomitanza dell'uso dello pseudonimo-personaggio da parte di Ludovico di Breme e l'aggiunta di Panzini spingono a collocare la nascita dell'espressione nell'Italia nord-occidentale, in particolar modo in Piemonte: lo suggeriscono anche i vocabolari del piemontese che registrano in modo pressoché costante l'espressione fin dagli inizi dell'Ottocento a fronte del silenzio riscontrato negli altri dizionari dialettali e di lingua; e lo confermano anche alcuni esempi dell'uso di bastiano citati da Bruno Migliorini nella sua monografia Dal nome proprio al nome comune (Genève, Olschki, 1927, p. 230). Ma bastian contrario (o bastiancontrario) si è diffuso nell'italiano in modo così ampio da aver perso qualunque connotazione locale e da essere anzi sottoposto a vari tentativi di appropriazione regionale (ad esempio è inserito in certe raccolte lessicali toscane e fiorentine) che hanno finito per rendere ancora più difficile la ricostruzione esatta della sua origine. Sull'identificazione del personaggio si sono fatte poi infinite ipotesi: c'è chi ha proposto il brigante sabaudo Bastian Contrario, che su incarico del Duca Carlo Emanuele di Savoia avrebbe condotto dal 1671 un'azione di disturbo nelle zone di confine con la Repubblica di Genova (un'ipotesi che valorizza l'origine piemontese); altri invece, all'interno del processo di "fiorentinizzazione" dell'espressione, pensano al pittore fiorentino Bastiano da San Gallo, a causa del suo peculiare carattere...»
Fonte e per approfondimenti: Accademia della Crusca
Fare il giro delle sette chiese - Andare da un posto ad un'altro perdendo il proprio tempo, oppure anche chiedere aiuto o consiglio a molte persone.
Fare il kamikaze - Sprezzo del pericolo, a danno proprio o altrui
Fare l'indiano - Fare finta di non capire
Fare la civetta - Femmina che provoca l'attenzione degli uomini
Fare la cresta - Intascare profitto illecito, dato dalla diversità tra la cifra che si fa figurare e quella in realtà sborsata
Fare le ore piccole - Con riferimento alle ore dell'orologio, le ore piccole sono quelle dopo la mezzanotte, la frase sta a significare restare alzati fino a una tarda ora.
Fare orecchi da mercante - Far finta di non sentire quello che non piace
Fare tabula rasa - Distruggere tutto
Fare un break - Fare una pausa durante il lavoro
Fare un'ammucchiata - Termine spregiativo riferito a persone di idee contrapposte, che si mettono insieme per interessi comuni
Fare una doccia fredda - In senso figurato, qualcosa di improvviso che spenge ogni entusiasmo
Fare una gaffe - Proferire frasi inopportune e imbarazzanti
Farla in barba - Ottenere qualche cosa a dispetto di altri
Farsene un baffo - Non averne timore né considerazione altrui
Farsi vedere come un prete sulla neve - Fasi notare, riferito ai preti in completo nero con sottana
Fatta la legge, trovato l’inganno - Chi si crede furbo trova sempre una scappatoia.
Femmina piange da un'occhio e dall'altro ride
Fidati era un buon'omo, Non tifidare era meglio
Figlioli ? Frignoli !- Figlioli? Fagioli! -Figlioli? Fringuelli! - Tutti e tre a sottintendere le preoccupazioni che danno i figli...
Figlioli piccini pensieri piccini, figlioli grandi pensieri grandi
Finchè uno ha denti in bocca, non sa quel che gli tocca - ha denti in bocca = non ancora troppo vecchio
finire a buco ritto - andare in malora
Finire a tarallucci e vino - Disputa che si risolve in modo amichevole per la scarsa serietà dei contendenti
Fino ai Santi fiorentini, non pigliare i panni fini - La buona stagione inizia alla metà di maggio, in questo periodo cadono le feste dei Santi fiorentini San Zanobi, Santa Maria Maddalena de' Pazzi e San Filippo Neri
Fiorentini ciechi e Pisani traditori - Ai lati della Porta del Paradiso nel Battistero del Duomo di Firenze, sono conservate due colonne in porfido, esse sono l'unico regalo che i Pisani abbiano mai fatto ai Fiorentini. (Secolare era l’inimiciza fra le due città). Queste colonne erano bottino di guerra pisano e provenivano dal medio-oriente. A detta dei Pisani. avevano potere di far apparire riflesso sul marmo il vero volto di coloro di che aveva tradito o reati rimasti impuniti. Le due colonne furono trasportate dai fiorentino da Pisa fino a Firenze. Subito la gente di Firenze si accorse che le colonne non avevano affatto quel potere, anche perché i Pisani, prima di consegnarle ai fiorentini le avevano affumicate rendendo impossibile di riflettervi immagini. Più che un regalo risultò essere una presa in giro, e da questo episodio, deriva il detto popolare "Fiorentini ciechi e Pisani traditori".
Fortunato al gioco, sfortunato in amore
Frate che chiede per Dio, chiede per due - In realtà per il suo sostentamento
Fratelli coltelli - A volte le più aspre inimicizie si rivelano tra fratelli
Fulmine a ciel sereno - Notizia o avvenimento inaspettato e spiacevole
Fumata bianca - Decisione presa, (di solito si usa per decisione favorevole). Probabilmente l'uso deriva dalla fumata bianca che annuncia i nuovi pontefici.
Furbetto di quartiere - Appellativo per individuo che si considera astuto ma che in realtà è considerato gretto e provinciale.
Furbo come spillo - Riferito all'oggetto come tale, in quanto "penetrante", capace di "entrare" dentro le cose .....
Gallina vecchia fa buon brodo - Riferito a persone o situazioni datate ma efficenti
Ganzo/a - amante
Gente allegra, Dio l'aiuta
Gioia e sciagura, sempre non dura - Tutto è mutevole
Glissare su un argomento - Lasciar cadere un argomento che si reputa inopportuno
Goccia a goccia si scava la pietra - Con la perseveranza si riesce ha ottenere cose che sembrano impossibili...
Guardati da chi legge un libro solo - Cioè non capisce o non vuol vedere le ragioni degli altri (variante di frase di Tommaso D'Aquino)
I figli di troia un muoiono mai! - coloro che sono fortunati riescono sempre a cavarsela
I che c'è c'è - Non fermarsi davanti a niente e nessuno, o anche l'adattarsi a una circostanza..
I' ché c'entra i' culo con le quarant'ore? - Questa frase vien proferita quando ad un'argomento esposto vengono contrapposte tesi completamente estranee, è simile a "non si mescola il sacro con il profano" ma detta in un modo molto più colorito. Le quarant'ore sono un'usanza della Chiesa Cattolica,Risalente al 1550 circa, durante la quale viene esposto ai fedeli il Santissimo Sacramento.
Si racconta di una pia donna che durante le quarant'ore, stava nella sua chiesa inginocchiata pregando.
Ad un certo punto si sentì toccare il culo.
Voltatasi di scatto esclamò la frase: "Icché c'entra i' culo con le quarantore?!??
I figlioli dei gatti mangiano i topi - Si dice di persone scaltre come e più dei loro insegnanti
I frati si uniscono senza conoscersi, stanno uniti senza amarsi e muoiono senza piangersi - Chi non ha famiglia e figli non vuole veramente bene a nessuno
I monti stanno fermi, ma le persone camminano
I quattrini vengon di passa e vanno di corsa - Di passa sta per lentamente (Quattrino era una moneta del Granducato di Toscana)
I veri amici si vedono nel momento del bisogno
Icché tu hai, i'lucco d'oro! - Modo di dire scherzoso, o irriverente, a indicare qualcosa di valore. Lucco= Cappa, caratteristica degli antichi magistrati fiorentini, riccamente foderata.
Il bisognino fa trottar la vecchia - A necessità impellente anche chi non avrebbe la forza si muove
Il buon dì si vede dal mattino - Come andrà l'avventura, spesso si vede dall'inizio
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi - Ogni azione ha il suo punto debole.
Il Diavolo ne sa più, perché é vecchio - Le grandi capacità di agire del Diavolo, sono attribuite al fatto di essere molto vecchio e averne viste tante.
Il lavoro è cavavoglie - cava = toglie
Il mattino ha l’oro in bocca
Il padrone sono io, ma in casa comanda la mi' moglie - Riferito al potere delle donne, legato non al possesso dei "beni materiali", ma "all'influenza" sui componenti della famiglia.
Il porco sogna le ghiande - Riferito, in termini spregiativi, a persona di cui si conoscoo le ambizioni
Il prete ha le mani reverende, tutto prende e nulla rende
Il riso abbonda sulla bocca degli stolti
Il sangue non è acqua - Riferito a capacità o legami personali, l'acqua è intesa come senza valore
Il tempo sana ogni ferita
Il troppo stroppia - Quando la sovrabbondanza provoca danni , riferito generalmente al cibo ed al sesso o comunque a cose piacevoli.
Come già anticipa la glossa di Lapucci, il verbo stroppiare è la variante popolare di storpiare. Tutti i vocabolari dell'italiano contemporaneo, infatti, mettono a lemma la voce storpiare e segnalano stroppiare come variante popolare con metàtesi, che è il fenomeno fonetico per cui uno o più suoni possono cambiare posizione all'interno di una parola (particolarmente frequente in presenza di una laterale /l/ o di una vibrante /r/, come ad esempio frumento > furmento ecc.).
Per quanto riguarda l'etimologia del verbo storpiare, gli studiosi non sono concordi: il DELI mette in collegamento il verbo con un latino volgare *stroppeāre, adattamento fonetico dal greco strophéō (con il significato di 'storcere, slogare'); Nocentini, nel suo Etimologico, fa derivare il verbo dal latino volgare *distŭrpiāre, variante popolare di DETŬRPĀRE 'sfigurare', a sua volta derivato di TŬRPIS 'brutto, vergognoso, indecente'
Fonte:Accademia della Crusca
imbecherare - circuire qualcuno con discorsi adulatori per convincerlo ad agire a proprio tornaconto
Indovinala Grillo - si dice di una cosa complessa da risolvere e difficile da prevedere.
Impara l'arte e mettila da parte - La preparazione e la conoscenza possono sempre rivelarsi utili
In soldoni - In breve, in parole povere, in concreto.
Incapricciarsi - innamorarsi non corrisposti o di persone o cose non adeguate.
inciampare- incontrare per caso
infinocchiare - imbrogliare
inzuccarsi - innamorarsi follemente
L'hai voluta la bicicletta? O pedala! - Detto come dileggio verso chi ha fatto delle scelte e adesso ne deve sopportare le conseguenze.
L’ostetrica campa co' vivi, i' becchino co' morti e i prete con tutt'e due
La fedeltà è un prurito col divieto di grattarsi
La gatta frettolosa fece i gattini ciechi - Le cose hanno bisogno del loro tempo per essere portate a maturazione
La lingua batte dove il dente dole
La paura fa novanta
La prima acqua che vien d'agosto, poer'omo ti conosco - Sta per iniziare la brutta stagione
La sera leoni la mattina coglioni - Quando dopo una nottata di bagordi ci si sveglia appannati nel corpo e nella mente
La verità è nel vino. - Chi è sotto l'effetto del vino, perde le inibizioni e dicela verità.
L'abito non fa il monaco
Lasciare i pappo e i dindi - Lasciare il pane e i soldi
l'è barbina! - situazione difficile
L'è bell'e cotto i'cavolo e spento i'foco (inviato da Serena) - Ormai e' fatta
Le chiese son bottegge, i preti son mercanti, che vendon Madonna e Santi a tutti i praticanti
Le donne non pensano che a vestirsi e a svestirsi.
L'è grassa, disse quello che mangiava la sugna - Sugna = Grasso, per lo più, di porco, serve per medicine, e per ungere cuoi. Il meglio trovato nelle ristrettezze.
Le querci non fanno i limoni! - Si dice di persona che fa qualcosa che non rientra nelle sue abitudini e possibilità.
Le voglie si pagano - Genericamente inteso come castigo per un'imprudenza
Legare il ciuco dove vuole il padrone - Fare come ci hanno comandato anche se non si concorda, capisce o apprezza
Legarsela al dito - Tenere memoria di qualcosa per poi vendicarsi
Leggere il Bugiardo - Leggere la locandina del giornale/i «Il termine bugiardino, utilizzato per indicare il foglietto illustrativo che accompagna i farmaci, è una formazione semanticamente e morfologicamente trasparente, sulla base dell'aggettivo bugiardo con il suffisso del diminutivo -ino, adatto sia in riferimento alle dimensioni dell'oggetto sia per attenuare con una vena di ironia l'appellativo di bugiardo. In questo processo si assiste al passaggio dall'aggettivo bugiardo, riferibile soltanto all'uomo come entità in grado di concepire e di dire bugie, a un sostantivo che invece indica un oggetto inanimato contenente un testo, per la precisione un testo informativo. Qualche indizio potrebbe farci ipotizzare che il nome sia nato da un uso nominale dell'aggettivo bugiardo: in Toscana, per la precisione in area senese, gli anziani ricordano che il bugiardo era la locandina dei quotidiani esposta fuori dalle edicole e da qui, riducendo le dimensioni del foglio, si è forse potuti arrivare a denominare bugiardino il foglietto dei medicinali. C'è un altro aggancio, questa volta documentato, all'ambito giornalistico: nel libro di G. Gelati, Parlare livornese (Ugo Bastogi Editore, 1992) si trova la voce bugiardello così definita: "durante il fascismo era così chiamato dagli antifascisti il giornale «Il Telegrafo» che si diceva essere proprietà della famiglia Ciano". Non abbiamo però nessun dato che possa confermare il legame tra queste formazioni che, sulla stessa base di bugiardo, possono aver avuto percorsi distinti.
Fonte e perapprofondimenti: Accademia della Crusca
L'Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino
L'estate è la mamma dei poveri - In estate costa meno vestire ed il cibo sio trova anche su gli alberi
Leva e non metti, ogni gran monte ascema
Levarsi il pan di bocca - Aiutare qualcuno fino al limite o anche oltre i propri mezzi economici
Levarsi la sete col prosciutto - Notoriamente mangiare prosciutto toscano fa venire sete. Per esteso agire aumentando i propri problemi
L'uomo propone, la donna dispone
ma bravo! - detto ironicamente a chi ha fatto uno sbaglio
Ma anche no - La sequenza ma anche no è comune alla lingua italiana nel caso di precisazioni o rettifiche parziali come: «un'attività diversa da quella commerciale, che può essere agricola, ma anche no» (Antonio Brunetti,Trattato del diritto delle società, vol.1, Giuffrè, 1948); «facendo una rapina poteva andarmi bene, ma anche no» (Paolo Crepet, Cuori violenti. Viaggio nella criminalità giovanile, Feltrinelli, 1995); «La sua assenza potrebbe essere penalizzante, ma anche no» («Corriere della Sera», 31/03/2011). In questi esempi, l'avverbio no ha valore olofrastico, ovvero sostituisce un'intera frase che, nella sua forma pienamente strutturata, dovrebbe essere del tipo può essere agricola, ma anche non agricola.
La grande popolarità di ma anche no è da attribuire probabilmente alla particolare intonazione sfacciata e disinvolta con cui viene pronunciata fin dalle sue origini in contesti comici televisivi. L'ipotesi più convincente è che sia stata utilizzata per la prima volta dal trio della Gialappa's Band già negli anni '90, nei commenti fuoricampo in trasmissioni televisive come le serie Mai dire Banzai e Mai dire Gol. Tuttavia, il vero successo dell'espressione, diventata tormentone negli ultimi anni, è dovuto al rilancio di due comici: Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, e Maurizio Crozza.
In un breve filmato, parodia dei trailer cinematografici, Maccio Capatonda è il protagonista di un ipotetico film intitolato appunto Anche no. Il video andò in onda fra il 2005 e il 2006, durante la trasmissione televisiva Mai dire Lunedì condotta proprio dalla Gialappa's Band e ha avuto successivamente una grande popolarità in rete. Nel filmato, Maccio Capatonda è un presunto uomo politico che, incalzato da una voce fuoricampo che elenca le enormi aspettative riposte in lui, reagisce con un irriverente ma anche no:
Fonte: Accademia della Crusca
Mamma! Cecco mi tocca! ...Cecco toccami, che mamma non vede! - Salvare le apparenze...
Mandare a carte quarantotto - Mandare all'aria un affare quasi concluso
Mandare al mondo di la - Ammazzare qualcuno, persona o animale
Mangiare la foglia - Accorgersi di una cosa prima che accada. Il modo di dire è di origine contadina riferendosi al bestiame; questo può essere suddiviso in due gruppi, i lattanti, e gli adulti che si cibano mangiando le foglie.
Mangiare la polvere - Si dice di chi si trova a correr dietro qualcuno molto più veloce.
Me ne lavo le mani - Dal Vangelo secondo Matteo, Ponzio Pilato, dopo aver tentato inutilmente di scagionare Gesù, 'presa dell'acqua, si lavò le mani dinanzi al popolo dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi' (27,24). Oggi l’espressione lavarsene le mani è adoperata in senso qualunquistico per chiamarsi fuori da un evento.
Meglio un moccolo che andare al letto al buio - Adattarsi ai mezzi che si hanno a disposizione
Meglio aver roba che quattrini - Quattrino = moneta corrente del Granducato di Toscana
Meglio che nulla, marito vecchio - Adattarsi alla situazione
Meglio perderti che trovarti - Persona o cosa di cui è maggiore la parte negativa sulla positiva
Meglio sbagliare col proprio cervello, che sbagliare con quello d' altri - Invito a prendere decisioni senza interferenze
Meglio soli, che male accompagnati.
Meglio un morto in casa , che un pisano all'uscio. - (A Pisa si dice il contrario) - Dalla grande rivalità storica fra Firenze e Pisa, causa di guerre e disgrazie.....
Meglio un uovo oggi che una gallina domani
Meglio una toppaccia, che una bucaccia - Adattarsi alla situazione
Menare il can per l'aia - Tergiversare senza concludere o senza arrivare al punto basilare di una questione
mettere in tasca a qualcuno - dare una fregatura, imbrogliare
Mettere i puntini sulle i - L'uso del segno grafico del puntino sulla i minuscola, per distinguerla meglio dalle altre lettere si diffuse con la stampa.Inizialmente questa innovazione osteggiata perché ritenuta un'inutile pignoleria. Oggi sta a significare un atteggiamento scrupoloso ma anche il voler definire con precisione una faccenda o affare.
Mettere i puntini sulle i - Mettere bene in chiaro una questione
Mettere lo zampino - Intrufolarsi in una faccenda nella quale si è estranei
Mi sei discosto quanto gennaio alle more - Le more maturano a fine estate......
Moglie e buoi, de' paesi tuoi
Moglie e fuoco stuzzicali poco
Morta la serpe, spento il veleno
Morto un Papa, si fa un papa ed un Cardinale - Nessun potente è indispensabile ed alla sua morte c'è sempre qualcuno cha ha da guadagnarci
mortorio - ambiente noioso
Nascere con la camicia - Nel Medioevo i bambini che nascevano ancora avvolti nel sacco amniotico erano considerati particolarmente fortunati. Nel Malmantile riacquistato viene narrato di questa usanza: Dicono le levatrici che talvolta nascono bambini con una certa spoglia sopr'alla pelle, la quale spoglia non si leva loro subito nati, ma si lascia e casca poi da sé in processo di giorni; e tal creatura da esse si dice 'nata vestita', ed è preso per augurio di felicità di tale creatura.
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi - Natale è una festa da passare con i familiari, mentre la Pasqua, anche per la bella stagione invita a partire
Né a torto né a ragione non ti far mettere in prigione - Non si deve contare troppo sul fatto di essere innocenti.
Ne ammazza più il riso del fucile - Usato a proposito di spettacolo che irride ai potenti
Nel paese dei ciechi, beato chi ha un occhio solo. - Dove il livello di sapienza è basso sembrano emergere anche i mediocri
Nella botte piccina ci sta il vin bono
Nella guerra d'amor vince chi fugge. - Riferito a chi si fa desiderare per conquistare
Non raccattare pallino - non concludere niente, non portare niente a compimento
non raccattarne una - nonostante prove e tentativi non arrivare a nulla
Non avere arte né parte - Non conoscere nessun mestiere
Non capire un'acca - Non capire nulla
Non c'è la peggior minestra che quella de' frati - Perché è data per carità, e si mangia senza guadagnarsela
Non c'è peggior sordo, di chi non vuole intendere
Non c'è sabato senza sole , non c'è donna senza amore
Non ci piove sopra - Affare o fatto assolutamente certo
Non destate il can che dorme - Per cane si intende, in modo negativo, persona potente e distratta
Non è altro che l'introduzione! - riferito a qualcosa che si prospetta come l'antefatto di cose molto migliori o peggiori
Non è bello quel che è bello, ma quel che piace
Non è il bere, è il ribere!
Non è vera neve, se dalla Corsica non viene - Da ovest - Per vera neve si intende persisitente
Non è vera Pasqua se non gocciola la frasca
Non esistono cause, che non trovino un avvocato
Non essere né carne né pesce - Di solito usata in senso negativo, si riferisce a oggetti o persone che non appartengono a nessuna categoria.
Non fare un pasto a garbo - Garbo = Come si dovrebbe - Mangiare sempre poco o male
Non fu mai sì bella scarpa che non doventi una ciabatta - Tutte le cose di questo mondo sono destinate a finire
non lo guarda per non consumarlo - detto di una donna innamorata o di una madre a proposito del figlio, per sottolineare amore eccessivo
Non si diventa maestri in un giorno
Non si può aver la botte piena e la moglie briaca
Non si ruba in casa ladri
Non si sa mai quello che è bene nella vita - A volte gli sviluppi di un'azione portano a risultati insospettbili
Non stanno bene due galli in un pollaio
Non vedere un prete nella neve - Il prete una volta vestiva di nero, e il contrasto con la neve era massimo. Da cui il significato anche figurato.........vedere molto poco... o in senso figurato, cose ovvie
o bellino - rivolto ironicamente a chi abbia fatto qualcosa di deprecabile o commento di cosa detta o fatta che non appare giusta
O dente o ganascia - Dovere scegliere fra due opzioni, entrambi cattive
O mangiar questa minestra o saltar quella finestra - Dovere scegliere fra due opzioni, una peggiore dell'altra
Occhio che non vede, cuore che non dole
Ogni cosa è di Dio, fuor che le donne
Ogni male ha la sua ricetta
Ogni mese si fa la luna, ogni giorno se ne impara una - Quando si impara qualcosa in modo inaspettato. Oppure viene detto come consiglio
Ogni uccello fa festa al suo nido
Ognissanti, manicotti e guanti
Ognuno ha la sua croce - Ogni situazione, anche la più rosea ha sepre un lato negativo
Pagato da Pantalone - Pagato con i soldi pubblici
Palme molli, Pasqua asciutta - Riferimento alla domenica delle palme
Pancia ritta un' vo cappello - Nella credenza popolare la pancia prominente delle donne in gravidanza indicava femmina
Pane di Prato, vino di Pomino, potta di Siena, cinci fiorentino - Riassunto sintetico delle cose migliori della Toscana (Potta=Vagina, Cinci=Pene)
Paperaio - gruppo di persone, in genere donne, chiassose, che parlano e si agitano in modo sguaiato.
Parla come mangi! - Rivolto con ironia a chi vuol darsi tono facendo discorsi con parole altisonanti e vuote
Parlare a vanvera - Riportare un diceria o discutere con argomenti privi di consistenza.
Parlare ai muri - L'espressione dire o parlare al muro indica un'azione vana, priva di senso, e trae origine, fin dall'antichità, dalle caratteristiche di solidità, compattezza e resistenza proprie del muro. Quest'ultimo rappresenta figurativamente un ostacolo, un impedimento volto a separare qualcosa o qualcuno da qualcos'altro o qualcun altro; dunque, riferito ai rapporti interpersonali, anche un atteggiamento di difesa, che può essere declinato sia nel senso prevalente dell'indifferenza da parte di chi viene interpellato e di una sua voluta indisponibilità ad accettare qualsivoglia esortazione, consiglio o richiesta di dialogo, sia in quello, meno diffuso, della segretezza e della mancanza di riferimenti personali richiesta dal parlante.
Le origini risalgono almeno al II secolo d. C., in particolare all'età adrianea (117-138 d. C.), a cui appartiene una delle più ricche raccolte di proverbi greci, quella attribuita a Diogeniano o meglio – vista l'incertezza dell'attribuzione – allo Pseudo-Diogeniano. Si tratta di una silloge rielaborata, che raccoglie 787 proverbi greci antichi, non sempre collocabili con precisione nel tempo in quanto dotati di commenti talvolta troppo scarni per consentire una ricostruzione attendibile del quadro delle fonti. In questo caso la glossa (ἐπὶτῶν ἀναισθήτων: "per chi non sente", ovvero "per gli insensibili, per gli ottusi, per gli stupidi") non offre informazioni se non da un punto di vista strettamente contenutistico. Essa si legge accanto al proverbio διὰτοῦτοίχου λαλεῖν (Diogeniano, IV 31), equivalente al latino Per parietem loqui (ma esiste anche Parieti loqueris, per cui cfr. Walther 1963-1969, IX, p. 13) e all'italiano Tu parli a quel muro quivi. Quest'ultima è la forma attestata nel terzo libro del Flos Italicae linguae di Agnolo Monosini, dove l'espressione fa parte delle Paroemiae Graecis atque Etruscis communes e dove, per la prima volta, viene ricostruita l'intera catena di calchi che dal greco conduce all'italiano moderno, passando per il Medioevo latino.
Fonte: Accademia dalla Crusca
Passerotta - detto di una bella e giovane ragazza
pateracchio- incontro a scopo matrimoniale concordato tramite un mediatore; compromesso in senso spregiativo
Pazzo di natura, sino alla fossa dura
Pazzo è quel prete che biasima le sue reliquie - Non si sputa nel piatto dove si mangia
peggio che andar di notte - in riferimento a una situazione intricata
Per Berlingaccio, chi non ha ciccia ammazzi il gatto
Per i bischeri un c'è paradiso - Bischeri- Antica famiglia fiorentina, proprietaria un tempo di terreni nei pressi del centro storico. Rifiutò a più riprese di vendere, nonostante buone offerte. Alla fine i terreni gli furono espropriati in nome dell'interesse pubblico, con gran danno economico...... - Da cui "bischero", persona sciocca, poco furba , e " bischerata", azione, gesto, con le medesime caratteristiche...
- Bischero è anche il nome della chiavetta degli strumenti a corda, ma pure, come ricorda Benigni...... l' organo sessuale maschile. Per un fiorentino, la parola può assumere diversi significati , che vanno dall' offesa al complimento. Dipende dal contesto in cui è pronunciata, e dal "modo"
Per il rotto della cuffia - Viene detto di persona che riesce a sottrarsi a un pericolo all'ultimo momento. Probabilmente deriva dal gioco medievale del saracino. In questo gioco il concorrente doveva battere un bersaglio rotante senza farsi a sua volta colpire dal contraccolpo. Se durante il contraccolpo il giostrante veniva percosso sulla cuffia il colpo (perdente) era ritenuto nullo.
Una probabile spiegazione della locuzione per il rotto della cuffia è riportata nel Vocabolario della lingua italiana curato da N. Zingarelli (edizione 2002), sotto la terza accezione della voce cuffia, dove si legge:
«Nell'armatura antica, parte della cotta di maglia indossata sotto l'elmo o la cervelliera. Copricapo di cuoio o pelle imbottita indossato sotto la celata. Uscire per il rotto della cuffia (fig.) cavarsela alla meglio, a malapena (prob. perché nelle giostre medievali i colpi assestati sulla cuffia erano ritenuti validi).
Esiste un'altra interpretazione che conserva comunque il significato di 'passare in qualche maniera', 'passare di straforo', illustrata da Ottavio Lurati nel suo Dizionario dei modi di dire (Milano, Garzanti, 2001) che fa riferimento ad un altro senso della parola cuffia: 'parte della cinta di una città', quindi passare per il rotto della cuffia coinciderebbe a 'passare attraverso una piccola breccia aperta nelle mura'. Questa spiegazione sembra avvalorata da un verso delle Satire dell'Ariosto in cui viene utilizzata la stessa locuzione con la sostituzione però della parola cuffia con la parola muro:
Uno asino fu già, ch'ogni osso e nervo
Mostrava, di magrezza; e entrò, pe 'l rotto
Del muro, ove di grano era uno acervo;
E tanto ne mangiò che l'èpa, sotto,
Si fece più d'una gran botte grossa (Satire 1. 247-51).
Fonte:Accademia della Crusca
Per la Candelora, che piova o che gragnola dell'inverno semo fora, ma se piove o tira vento nell'inverno siamo dentro - Candelora =2 febbraio -Gragnola=grandine
Per un punto Martin perse la cappa - Un aneddoto racconta che il Monaco Martino non divenne priore perchè scrisse sulla porta del convento la frase : "Porta patens esto nulli claudatur honesto" , mettendo un punto dopo la parola nulli. Il significato divenne: "La porta non si apra per nessuno . Si chiuda per l'uomo onesto" invece di " Stia aperta la porta , non si chiuda a nessun uomo"
Pesce grosso mangia pesce piccolo - In senso figurato, di solito riferito alle attività economiche
Piangere come una vite tagliata - Il ramo della vite, tagliato, fa uscire linfa. Il proverbio indica chi piange copiosamente
Piangere lacrime di coccodrillo
Piano con l'arco, che la sonata è lunga - In senso figurato, avanzare senza fretta per poter giungere al termine
Piatto ricco mi ci ficco - Espressione nella nostra zona, legata soprattutto al gioco del poker
Piluccare - Mangiare uno dopo l'altro i chicchi d'uva, ma anche mangiare piccole e svariate quantià di cibi
pinzo- uomo di una certa età che non è sposato
pinzone - uomo che da molto tempo non ha rapporti con una donna
Piove, governo ladro! - Riferito a quando il Granduca di Toscana mise la tassa sul sale. La pesa veniva effettuata sempre nei giorni di pioggia ; e il sale pesa di più quando è bagnato
Piovere a orci - Dal latino Urceatim plovere - Pioggia abbondante, simile a piove a catinelle.
Pochi, maledetti e subito - Riferito ai soldi. Meglio pochi adesso che molti in futuro.
pomicione- uomo che allunga spesso e volentieri le mani sulle donne e di solito da queste apprezzato
Porco pulito non fu mai grasso - Chi non lavora, quindi non suda e nemmeno si sporca, non gudagna
Porta aperta, per chi porta
praticarsi - si dice di due persone che hanno una relazione sessuale fuori dei rispettivi matrimoni
Predica bene, e razzola male - Di solito riferito a politici, ai preti, e predicatori in genere
Prendere una briaca per uno/a - Prender un'nfatuazione
Prendere due piccioni con una fava - Avere due risultati con una sola azione
Prendere in castagna - Cogliere in errore qualcuno
Prendere lucciole per lanterne
Prendere per il bavero - Prendere in giro
Prendere un granchio - Sbagliarsi
Prendere una bufala - Spettacolo ottuso o monotono, ma anche frode o raggiro
Preti, frati, monache e polli non si trovan mai satolli - Il clero è visto come ingordo ed arso dalla cupidigia
Promesse da marinaio - Promesse che non vengono mantenute
Quando il padre fa carnevale al figliolo gli tocca far Quaresima - Carnevale è inteso come darsi alle spese, e quaresima, periodo in cui si digiunava e faceva penitenza, come vivere con poco.
Quando la carrozza andrà senza cavallo il mondo sarà tutto in gran sovvallo - Proverbio inizi secolo scorso . Sovvallo = confusione
Quando monte Morello mette il cappello, lastrigian prendi l'ombrello. - Monte Morello si rannuvola. Il monte si trova nelle immediate vicinanze di Firenze, e ben visibile da Lastra
Quattrini, boschi e prati, entrate per preti e frati
Quel che non è detto, non è raccontato - Antica versione di : Se non è in trasmesso dalla televisione non è successo
Questione di lana caprina - Cercare dei distinguo dove non ci sono
raccattare - raggiungere un risultato; concludere positivamente un corteggiamento con un rapporto sessuale di solito usato come risultato non all'altezza delle aspettative.
Ragazza dalle belle ciglia, tutti la vogliono e nessuno la piglia - detto di una ragazza molto bella e corteggiata che però non trova marito
Re travicello - In una favole Esopo racconta di come Giove, per burlarsi delle rane che gli chiedevano un re, fece cadere nel loro stagno un travicello di legno. Dapprima spaventate, dopo un poco le rane ripresero a chiedere a gran voce un re: allora il Dio inviò loro un serpente d'acqua che iniziò a divorarle. La morale è: meglio un re incapace che uno crudele. Giuseppe Giusti, poeta fiorentino riprese l’argomento del re Travicello una sua satira riguardo al Granduca di Toscana Leopoldo II. L'espressione, in seguito si diffuse nel linguaggio corrente italiano, con l’espressione si allude a persone che, pur ritrovandosi in posizioni di potere, non hanno realmente controllo della situazione.
Regala morì - Nel senso che non si può solo regalare, se prima non si guadagna
Ridi ridi, che la mamma l'ha fatto gli gnocchi! - Rallegrarsi, senza saggezza, di una avversità del prossimo
Rificolona - lanterna di carta appesa a una canna che si porta in giro in occasione delle feste popolari, per esteso donna agghindata in modo grossolano.
Rimandare alle calende greche - Rimandare a una data considerata troppo lontana.
rimanere giovanotto - rimanere scapolo
riprendersi la parola - rompere un fidanzamento da parte del fidanzato, di solito usato nei confronti dei genitori della ragazza
rivogare - vendere a a qualcuno merce difettosa che era stata comprata perchè rifilataci da qualcun'altro, ma anche regalare qualcosa che ci era stato regalato da altri.
Roba da chiodi - Si dice di fatti a frasi di incredibile arroganza o stupidità
Romper l'anima - Seccare, dare fastidio
Rompere le uova nel paniere - Espressione di origine contadina, si riferisce al paniere in cui le galline covano le uova. Per esteso rovinare un piano o un progetto pazientemente preparato.
Rosso di sera, bel tempo si spera
Salvare capra e cavoli - Salvare due interessi opposti e inconciliabili
Sanità senza quattrini è mezza malattia
Santo subito – In seguito alla morte di Papa Giovanni Paolo II (aprile 2005) in Roma ebbe luogo un’oceanica adunata di fedeli. Nel corso di questo evento le parole “Santo subito” si diffusero soprattutto tra i giovani come slogan e richiesta di canonizzazione immediata del Papa defunto. (Atteggiamento inconsulto rispetto alla prassi della Chiesa Cattolica Romana.). Attraverso i media questo slogan si diffuse rapidamente in tutta Italia divenendo la parodia dell’adunata cattolica. Attualmente l'espressione Santo/a subito viene adoperata come elogio scherzoso o parodia nei confronti di persona dal comportamento particolarmente positivo o negativo.
sapere di attaccaticcio - di cosa non chiara, di affare losco
Sbaglia anche il prete a dir messa - Tutti possono commettere sbagli
Scherzo di mano, scherzo di villano
Scoprire gli altarini - Raccontare ad altri i segreti di terzi.
Se fossi ne mì cenci! - Viene detto quando, di fronte a unazione da compiere, non si è più adeguati, per età o altre limitazioni di solito fisiche
Se nevica prima di Natale, sette volte s'ha da rifare.
Se non è zuppa, è pan bagnato - La zuppa è già pane bagnato, quindi qualunque cosa si faccia sarà lo stesso.
Se piove i terzo aprilante, quaranta dì durante
Se rannuvola sulla brina, un s'arriva a domattina - Previsione di pioggia.
Se son rose fioriranno - Dopo i segnali positivi si resta in attesa del compiersi dell'evento
Se tutti i becchi portassero un lampione, mamma mia che illuminazione
Sei di fuori come un terrazzino - Non capire una situazione o avere un comportamento inadeguato alla circostanza
Sei un ritrecino - Quando una persona mangia incessantemente, senza fermarsi; il ritrecine è la ruota a palette del mulino ad acqua.
Essere una schiappa - Persona incapace, inesperta, in un mestiere o sport.
Sembrare un uccello sulla frasca - innamorato che osserva la ragazza aspettando il momento opportuno per iniziare il corteggiamento o di persona indecisa di fronte a una scelta
Sentire sonare a gloria - Sentire suonare a distesa delle campane, in occasione di festività solenni ma anche stato d'animo felice.
Senza lilleri 'un si lallera. - Senza soldi non si fanno le cose
S'ha da mangià tanto a Ceppo - Ceppo=Natale Riferito a qualcosa che si spera andrà molto bene con lauti guadagni
Si vive bene all'ombra del campanile - Cioè tutelato e protetto da qualcuno forte ed al di fuori o sopra le leggi (come la chiesa)
Siamo alle solite miserie! - a commento sia di compensi più bassi delle aspettative, che di accadimenti o argomenti tristi
Siamo fritti! Disse la Tinca al Tinchino - La tinca è ottima fritta. Per esteso quando siamo in una situazione senza scampo
Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame - Se la terra seminata a grano viene coperta di neve il raccolto sarà copioso. Con la pioggia non sarà dei migliori
Spaccare il capello in quattro - Sta ad indicare un eccesso di pignoleria
Spampanare - Togliere le foglie ad una vite, in senso figurato dire chiaro e tondo, sipattellare. OPPURE: Fiore o veste spampanata, che perde i petali o troppo largo; donna spampanata, donna non più giovane dagli svariati trascorsi amorosi.
Spezzare una lancia - Argomentare a favore di qualcuno
stai bonino - invito a non proseguire in quello che si sta facendo
Star co frati e zappar lorto - Fare il doppio gioco, qui visto in maniera benevola.
Stare appiccicato - star sempre intorno a qualcuno
Stare come un Papa - Condurre una vita agevole, danarosa e senza pensieri
Stare in campana - Essere guardinghi
Stridono sempre le peggio(ri) carrucole
Sui chiodi Cristo c'è morto, ma c'è chi ci campa - Ci campa = ci vive, per chiodi si intende debiti, cioè ha molti debiti,e fa nuovi debiti per pagare i precedenti
Sui gusti non si discute
Tambellone o Tabellone - grande tegola, anche tre volte una tegola usuale. Usato soprattutto per coprire le volte dei forni o costruire pareti di poco valore. Per estensione persona di poco valore.
Tanto gentile e tanto onesta pare - (Dante - Vita nuova) In tono ironico riferito a ragazze , fraintendendo il 'pare'.
Capovolgendone il significato è usata in senso ironico verso donne dall’atteggiamento serioso ma ritenute in realtà leggere.
Tanto tonò, che piovve - Dopo molti segnali - negativi - , si arriva all'evento preannunciato
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino - Rischiando, prima o poi la fortuna volta le spalle
Tarpare le ali - Frustrare le ambizioni
Tener banco - Essere il protagonista
Ti facesse! - imprecazione di malaugurio
Tira il sasso e rimpiatta la mano - Rimpiatta=nasconde- Inserirsi in una discussione con argomento scomodo, e poi defilarsi
Tira più un pelo di donna che una coppia di buoi - Riferito all'ascendente sul sesso maschile
Tirare i remi in barca - Smettere di partecipare a un'impresa. Fa riferimento ai vogatori che cessano di remare facendosi portare dalla corrente. Usato anche per indicare il pensionamento.
Tirarsi la zappa sui piedi - Procurarsi un danno da soli come il contadino che invece della terra si colpisce i piedi.
Togliere le castagne dal fuoco - Risolvere problemi, sia propri che di terzi
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare
Tra il lusco ed il brusco - Riferito a situazioni dove lo scenario non è chiaro
Tre donne e un pollo fanno un mercato
Troppi cuochi, guastano la cucina
Trovare il terreno morbido - trovare una situazione favorevole ai propri intenti, di solito aggressivi.
trovarsi al perso - non avere in mente nessuna soluzione
Tu sei di tarda! - Non capire la situazioni
Tu sei noioso come un cutero - Cutero:formica, detta anche rizza culo, che abita sul legname e morde che si avvicina
Tutte le ciambelle non riescono col buco
Tutti i nodi vengono al pettine
Tutti un' possono stara a messa vicino al prete - Non tutti possono essere nelle grazie dei potenti
Tutto fa, disse quello che pisciava in Arno - Le piccole cose contribuiscono a farne di grandi
Tutto il male non vien per nuocere - Eventi negativi, a volte, hanno inaspettati buoni risvolti
Ulli ulli, chi gli fa se li trastulli - Riferito ai figli.
Un babbo campa dieci figlioli, ma dieci figlioli un campano un babbo - campa = dà da vivere economicamente - un'campano = non sostengono economicamente
Un batacchio non serve a due campane
un c'è la peggio che.... - aspettarsi un qualche accadimento che peggiorerà la situazione.
un ci si campa! - luoghi di lavoro dove i dipendenti sono trattati male o di persone con le quali sia difficile andare d'accordo
Un po' per uno non fa male a nessuno
Una donna in piano, regge i domo di Milano
Una noce in un sacco non fa rumore - Riferito all'inutilità nel fare lamentele o più spesso denunce da soli
Una rondine non fa Primavera
Uomo avvisato, mezzo salvato
Uomo nasuto sempre piaciuto
Uovo di Colombo - Soluzione geniale e ovvia
Uscire con i piedi in avanti - Morire
Uscire dal seminato - Andare fuori tema in una discussione
Val più una bella donna sul paglione, che tutti i soldi del re Salomone
Vale più una cosa fatta, che cento da fare
Vecchio bacucco - Definizione scherzosa di persona anziana alla quale siamo legati, ma anche offesa verso persona non più giovane che non capirebbe più nulla. (Deformazione popolare del nome del profeta Abacuc. La statua, opera di Donatello, orna il campanile di Santa Maria dal Fiore in Firenze e fu soprannominata dai fiorentini 'lo zuccone')
Vedere e non toccare è un bello spasimare - Bello nel senso di grande, quindi negativo
Vendere la pelle l'orso prima di averlo ucciso - Fare assegnamento su qualcosa ancora non compiuta ma data per scontata.Ha origine da un aneddoto popolare riportato nelle note al ‘Malmantile racquistato’: tre cacciatori si fermano in un'osteria dove mangiano a credito, promettendo di ripagare in seguito con i soldi che avrebbero ottenuto uccidendo un orso molto pericoloso, sul quale era stata messa una di taglia. Ma quando nel bosco incontrano l’orso esso si dimostra difficile preda. Dei tre cacciatori uno si dà alla fuga, un altro si arrampica su un albero ed il terzo viene aggredito e si fa credere morto. L'orso si ferma vicino a questo ed nell'orecchio gli sussurra: Non fidarti di compagni simili, non vendere la pelle dell'orso se prima non l'hai preso.
Verba volant, a manent - Quanto è scritto rimane ed ha un valore molto superiore alle semplici parole, che passano
Via Gora, via Gora, chi la lustra e chi l'indora, ma lè sempre la via Gora -Via Gora, è Corso A.Manzoni , nel centro storico di Lastra. Per quanto la si volesse far sembrare chissà chè, - indorare, lustrare - era strada stretta, con case vecchie, malandate. Attualmente la situazione è migliorata, con abitazioni in larga parte ristrutturate, a partire dagli anni ottanta del secolo scorso.
Vincere sul filo di lana (al fotofinish) - Arrivare quasi contemporaneamente a un obiettivo vincendo di pochissimo. Probabilmente nasce dal riferimento alle gare di corsa podistica dove per stabilire con precisione il vincitore veniva teso un filo di lana sulla linea del traguardo; successivamente sostituito con una fotografia.
Vittoria di Pirro - Si dice di un successo che non ha apportato nessun beneficio, talora anche danni
Voi sonerete le vostre trombe e noi soneremo le nostre campane - Frase che Pier Capponi pronunciò davanti a Carlo VIII re di Francia (Sceso in Italia nel 1494 voleva imporre a Firenze obblighi e tributi inaccettabili). Viene pronunciata, nelluso colto, per dichiarare la proponimento a non abbassarsi senza lottare contro le pretese altrui
Zibo - scapolo, con valore spregiativo
zizzola - avvenimento inaspettato, di solito spiacevole
Granata - Se a Firenze e dintorni vi chiedono la granata è solo per pulire il pavimento. L'origine di questa parola è legata allo composizione della scopa fatta di mazzetti di saggina, steli ricavati dalla pannocchia granata della pianta (appunto la saggina)
gol della bandiera - Questo modo di dire, ormai in uso nel linguaggio calcistico quando una squadra che sta perdendo riesce a fare almeno un gol, nasce a Firenze. Nelle origini… Altro del Calcio Storico Fiorentino, il punteggio delle partite era segnato issando delle bandiere su dei pennoni, posti ai margini del campo di sabbia, in Piazza di Santa Croce. Per ogni caccia (gol) era issata su per il pennone una bandiera quadrata del colore del Quartiere che l’aveva realizzata, mentre, per ogni mezza caccia, la bandiera colorata issata era triangolare. Se nessuna caccia o mezza caccia era segnata, il pennone rimaneva spoglio, senza alcuna bandiera. Una vera umiliazione per il Quartiere che subiva tale sconfitta. Quindi ogni calciante, seppur nella sconfitta, metteva tutto il proprio sforzo per segnare almeno una caccia e quindi issare una bandiera del colore del proprio Quartiere su quel pennone e così l’onore era salvo. L’unica segnatura era chiamata, per l’appunto: il gol della bandiera
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A babbo morto - Si dice di qualcosa che è andata perduta senza rimedio, oppure cadere senza attutire il colpo. Rinviare un pagamento sine die. Da Nazzareno Centini riceviamo e pubblichiamo (marzo 2007): A Roma, questo detto indica che la cosa si farà a data da destinarsi. Deriva dal fatto che i figli dei benestanti che non avevano accesso al denaro contante facevano dei debiti rinviando il pagamento al percepimento dell'eredità. Cosa che sarebbe avvenuta alla morte del padre.
L'espressione avverbiale a babbo morto trae origine da una particolare forma di prestito praticata anticamente dagli usurai nei confronti di giovani che, trovandosi in disastrose condizioni economiche, avrebbero restituito la somma di denaro ricevuta solamente dopo la morte del padre, cioè dopo la riscossione dell'eredità familiare.
Si sottintende quindi che il debito in questione venga saldato in tempi molto lunghi.
Proprio per questo motivo, il significato si è esteso scherzosamente a indicare, come si afferma nel GRADIT, "acquisti e simili con lunghe e improbabili dilazioni di pagamento", o, addirittura più ironicamente, come si legge sul Dizionario dei modi di dire della lingua italiana di Lapucci, "dare un prestito a fondo perduto".
Attualmente, nel linguaggio, ci si riferisce a qualsiasi pagamento, conto o debito che preveda attese molto lunghe per la riscossione, la quale potrebbe anche non avvenire mai.
Tra le costruzioni verbali registrate si segnalano: pagare a babbo morto, prendere soldi a babbo morto, restituire a babbo morto, dare soldi a babbo morto.
Fonte:Accademia della Crusca
ché non è impresa da pigliare a gabbo - discriver fondo a tutto l’universo - né da lingua che chiami mamma o babbo.
Il termine “babbo” è diffuso, nella medesima accezione, anche in Romagna, Umbria, Marche, Sardegna e nel Lazio settentrionale.
A donna bianca, bellezza non le manca - La carnagione chiara, è qui vista di per sè come un pregio.(Le contadine si abbronzavano lavorando nei campi....)
Andare a marito - sposarsi, lasciare la casa paterna per sposarsi
Andare alla busca - andare alla ventura, senza programmi; specialmente in riferimento alla ricerca di una donna
Appaiarsi - accoppiarsi, formare una coppia; avere rapporti sessuali
Attaccare il cappello all'uscio - trovare una sistemazione economica vantaggiosa sposando una donna ricca
Aver trovato un podere nel Chianti - Avere una una buona rendita, ma anche riferito riferito all'aver incontrato un persona onesta, o aver trovato un buon posto di lavoro
Sul significato dell'espressione avere la coda di paglia non sembrano esserci dubbi e tutti i principali repertori lessicografici e di modi di dire ne danno pressappoco la stessa definizione: chi ha la coda di paglia sa di aver combinato qualcosa, non ha la coscienza tranquilla e, di conseguenza, è sempre sospettoso per timore di essere scoperto; la versione tradizionale (e un po' in disuso) del più recente e "mediatico" avere uno scheletro nell'armadio.
Meno lineare appare invece la ricostruzione dell'origine dell'espressione. La spiegazione tradizionale e largamente conosciuta si fonda su quella data da Costantino Arlia (in Voci e maniere di lingua viva, Milano, P. Carrara, 1895), tratta da Fanfani e ripresa poi in molti dizionari etimologici, che faceva risalire l'espressione alla favola in cui una volpe che aveva perso la coda, per la vergogna, se ne sarebbe messa una posticcia di paglia. Molto più convincente la ricostruzione proposta da Ottavio Lurati (Dizionario dei modi di dire, Milano, Garzanti, 2001) che fa riferimento alla pratica medievale di umiliare gli sconfitti o i condannati attaccando loro una coda di paglia con la quale dovevano sfilare per la città a rischio che qualcuno gliela incendiasse come gesto di ulteriore scherno. La coda naturalmente rappresenta il simbolo del degrado dallo status di persona a quello di animale. Questa origine sembra dar conto dei diversi e contemporanei stati d'animo che caratterizzano chi ha la coda di paglia: la consapevolezza del proprio errore, la vergogna e la diffidenza verso gli altri che possono rendere pubblica la colpa, aggravando il senso di umiliazione. Lurati cita un episodio specifico avvenuto nel Trecento e raccontato da Galvano Fiamma nella sua cronaca intitolata Manipulus Florum: i prigionieri pavesi, sconfitti dai milanesi, sarebbero stati cacciati dalla città con una coda di paglia attaccata in fondo alla schiena.
Fonte: Accademia della Crusca
Averla avuta bona - aver avuto una grossa disgrazia
Beccarone - Epiteto offensivo, come di cornuto
Berlingaccio - ultimo giovedi di Carnevale, giovedì grasso
Brindellone - carro decorato che per Pasqua viene incendiato dalla colombina in piazza del Duomo, persona alta e magra.
Da Montelupo si vede Capraia Cristo fa le coppie e poi le appaia - detto, di solito ironicamente, a proposito di due persone molto simili che hanno un rapporto piuttosto stretto
damo, dama- fidanzato/a, di solito dopo al presentazione alla famiglia
discorrere - avere una relazione, essere fidanzati
è più il patire che il godere - detto in situazioni in cui ci si diverte meno di quanto sarebbe stato auspicabile
Essere l'avanzo di qualcuna - spregiativo essere preso da donna che ha già avuto un altro rapporto di fidanzamento (che implica rapporti sessuali).
fare il rientrino - di marito che va a vivere con i suoceri benestanti
fare la punta a una ragazza - osservare una ragazza aspettando il momento opportuno per iniziare il corteggiamento
Fare la veglia - serata, di solito invernale, passata in casa a svolgere lavori o giochi di gruppo
Fare una gufata a uno - provocare il danno di qualcuno con la propria volontà o influenza
Fare entratura - recarsi a casa della fidanzata per ufficializzare il fidanzamento
Basti dire che gli esempi d'autore forniti dai dizionari storici non superano complessivamente il numero di sei. Si va dall'isolata attestazione nella commedia La serva nobile (1660) del fiorentino Giovanni Andrea Moniglia (1624-1700), data dalla V impress. del Vocabolario della Crusca, alle cinque - nell'ordine: di Moniglia, Giovanni De Gamerra, Collodi, Idelfonso Nieri, Bacchelli - registrate nel Grande Dizionario della Lingua italiana fondato dal Battaglia (GDLI); una sesta testimonianza, che risulta poi la più precoce essendo quella offerta, a due riprese, dall'Eneide travestita (1633) dell'umbro Giovan Battista Lalli (1572-1637), si ricava dal Tommaseo-Bellini (s. v. Giacobbe, 4)".
Si citano poi le attestazioni ancora anteriori nella commedia dialettale La Pace (1561) del veneziano Marin Negro, individuata da Massimo Bellina, e nel Baldus (1517 / 1518) di Teofilo Folengo, segnalata da Ottavio Lurati a proposito della quale "inutile dire che il maccheronico folenghiano garantisce appieno la vitalità popolare dell'espressione".
La Castellani Pollidori stessa ne aggiunge un'altra che "precede di ben 83 anni la coppia di attestazioni dell'Eneide travestita del Lalli. Devo la piccola scoperta a un accenno che mi ha colpito nello scorrere il lemma Giacomo del Dizionario etimologico-pratico-dimostrativo del linguaggio fiorentino di Venturino Camaiti (Firenze, Vallecchi, 1934): «Far Giacomo Giacomo, o Diego Diego, o Diego e Giacomo: Ripiegarsi sulle ginocchia per fiacchezza. Far Giacomo Giacomo è modo usato anche anticamente, e lo trovo in una nota dell'edizione del 1550 del Morgante, canto XXIV v. 125»".[...]
Fonte e per approfondimenti: Accademia della Crusca
La prima attestazione dell'espressione bastian contrario risale al 28 febbraio 1819, in un intervento di Ludovico di Breme apparso sul numero 52 del giornale «Il Conciliatore» con il significativo titolo "Ai Signori associati al Conciliatore il compilatore Bastian-Contrario". Nel 1918 Alfredo Panzini, nella terza edizione del suo Dizionario moderno, cita l'espressione popolare e dialettale Bastiàn contrari come «detto di persona che contraddice per sistema»; e, a partire dalla settima edizione (del 1935), integra: «Bastiàn cuntrari: pop. detto nelle terre subalpine di persona che contraddice per sistema. Fu in fatti un Bastiano Contrario, malfattore e morto impiccato, il quale solamente in virtù del cognome diede origine al motto». La concomitanza dell'uso dello pseudonimo-personaggio da parte di Ludovico di Breme e l'aggiunta di Panzini spingono a collocare la nascita dell'espressione nell'Italia nord-occidentale, in particolar modo in Piemonte: lo suggeriscono anche i vocabolari del piemontese che registrano in modo pressoché costante l'espressione fin dagli inizi dell'Ottocento a fronte del silenzio riscontrato negli altri dizionari dialettali e di lingua; e lo confermano anche alcuni esempi dell'uso di bastiano citati da Bruno Migliorini nella sua monografia Dal nome proprio al nome comune (Genève, Olschki, 1927, p. 230). Ma bastian contrario (o bastiancontrario) si è diffuso nell'italiano in modo così ampio da aver perso qualunque connotazione locale e da essere anzi sottoposto a vari tentativi di appropriazione regionale (ad esempio è inserito in certe raccolte lessicali toscane e fiorentine) che hanno finito per rendere ancora più difficile la ricostruzione esatta della sua origine. Sull'identificazione del personaggio si sono fatte poi infinite ipotesi: c'è chi ha proposto il brigante sabaudo Bastian Contrario, che su incarico del Duca Carlo Emanuele di Savoia avrebbe condotto dal 1671 un'azione di disturbo nelle zone di confine con la Repubblica di Genova (un'ipotesi che valorizza l'origine piemontese); altri invece, all'interno del processo di "fiorentinizzazione" dell'espressione, pensano al pittore fiorentino Bastiano da San Gallo, a causa del suo peculiare carattere...»
Fonte e per approfondimenti: Accademia della Crusca
Ganzo/a - amante
I figli di troia un muoiono mai! - coloro che sono fortunati riescono sempre a cavarsela
Si racconta di una pia donna che durante le quarant'ore, stava nella sua chiesa inginocchiata pregando.
Ad un certo punto si sentì toccare il culo.
Voltatasi di scatto esclamò la frase: "Icché c'entra i' culo con le quarantore?!??
Come già anticipa la glossa di Lapucci, il verbo stroppiare è la variante popolare di storpiare. Tutti i vocabolari dell'italiano contemporaneo, infatti, mettono a lemma la voce storpiare e segnalano stroppiare come variante popolare con metàtesi, che è il fenomeno fonetico per cui uno o più suoni possono cambiare posizione all'interno di una parola (particolarmente frequente in presenza di una laterale /l/ o di una vibrante /r/, come ad esempio frumento > furmento ecc.).
Per quanto riguarda l'etimologia del verbo storpiare, gli studiosi non sono concordi: il DELI mette in collegamento il verbo con un latino volgare *stroppeāre, adattamento fonetico dal greco strophéō (con il significato di 'storcere, slogare'); Nocentini, nel suo Etimologico, fa derivare il verbo dal latino volgare *distŭrpiāre, variante popolare di DETŬRPĀRE 'sfigurare', a sua volta derivato di TŬRPIS 'brutto, vergognoso, indecente'
Fonte:Accademia della Crusca
Incapricciarsi - innamorarsi non corrisposti o di persone o cose non adeguate.
inciampare- incontrare per caso
inzuccarsi - innamorarsi follemente
Fonte e perapprofondimenti: Accademia della Crusca
La grande popolarità di ma anche no è da attribuire probabilmente alla particolare intonazione sfacciata e disinvolta con cui viene pronunciata fin dalle sue origini in contesti comici televisivi. L'ipotesi più convincente è che sia stata utilizzata per la prima volta dal trio della Gialappa's Band già negli anni '90, nei commenti fuoricampo in trasmissioni televisive come le serie Mai dire Banzai e Mai dire Gol. Tuttavia, il vero successo dell'espressione, diventata tormentone negli ultimi anni, è dovuto al rilancio di due comici: Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, e Maurizio Crozza.
In un breve filmato, parodia dei trailer cinematografici, Maccio Capatonda è il protagonista di un ipotetico film intitolato appunto Anche no. Il video andò in onda fra il 2005 e il 2006, durante la trasmissione televisiva Mai dire Lunedì condotta proprio dalla Gialappa's Band e ha avuto successivamente una grande popolarità in rete. Nel filmato, Maccio Capatonda è un presunto uomo politico che, incalzato da una voce fuoricampo che elenca le enormi aspettative riposte in lui, reagisce con un irriverente ma anche no:
Fonte: Accademia della Crusca
mortorio - ambiente noioso
non lo guarda per non consumarlo - detto di una donna innamorata o di una madre a proposito del figlio, per sottolineare amore eccessivo
Le origini risalgono almeno al II secolo d. C., in particolare all'età adrianea (117-138 d. C.), a cui appartiene una delle più ricche raccolte di proverbi greci, quella attribuita a Diogeniano o meglio – vista l'incertezza dell'attribuzione – allo Pseudo-Diogeniano. Si tratta di una silloge rielaborata, che raccoglie 787 proverbi greci antichi, non sempre collocabili con precisione nel tempo in quanto dotati di commenti talvolta troppo scarni per consentire una ricostruzione attendibile del quadro delle fonti. In questo caso la glossa (ἐπὶτῶν ἀναισθήτων: "per chi non sente", ovvero "per gli insensibili, per gli ottusi, per gli stupidi") non offre informazioni se non da un punto di vista strettamente contenutistico. Essa si legge accanto al proverbio διὰτοῦτοίχου λαλεῖν (Diogeniano, IV 31), equivalente al latino Per parietem loqui (ma esiste anche Parieti loqueris, per cui cfr. Walther 1963-1969, IX, p. 13) e all'italiano Tu parli a quel muro quivi. Quest'ultima è la forma attestata nel terzo libro del Flos Italicae linguae di Agnolo Monosini, dove l'espressione fa parte delle Paroemiae Graecis atque Etruscis communes e dove, per la prima volta, viene ricostruita l'intera catena di calchi che dal greco conduce all'italiano moderno, passando per il Medioevo latino.
Fonte: Accademia dalla Crusca
Passerotta - detto di una bella e giovane ragazza
pateracchio- incontro a scopo matrimoniale concordato tramite un mediatore; compromesso in senso spregiativo
Per i bischeri un c'è paradiso - Bischeri- Antica famiglia fiorentina, proprietaria un tempo di terreni nei pressi del centro storico. Rifiutò a più riprese di vendere, nonostante buone offerte. Alla fine i terreni gli furono espropriati in nome dell'interesse pubblico, con gran danno economico...... - Da cui "bischero", persona sciocca, poco furba , e " bischerata", azione, gesto, con le medesime caratteristiche...
- Bischero è anche il nome della chiavetta degli strumenti a corda, ma pure, come ricorda Benigni...... l' organo sessuale maschile. Per un fiorentino, la parola può assumere diversi significati , che vanno dall' offesa al complimento. Dipende dal contesto in cui è pronunciata, e dal "modo"
Una probabile spiegazione della locuzione per il rotto della cuffia è riportata nel Vocabolario della lingua italiana curato da N. Zingarelli (edizione 2002), sotto la terza accezione della voce cuffia, dove si legge:
«Nell'armatura antica, parte della cotta di maglia indossata sotto l'elmo o la cervelliera. Copricapo di cuoio o pelle imbottita indossato sotto la celata. Uscire per il rotto della cuffia (fig.) cavarsela alla meglio, a malapena (prob. perché nelle giostre medievali i colpi assestati sulla cuffia erano ritenuti validi).
Esiste un'altra interpretazione che conserva comunque il significato di 'passare in qualche maniera', 'passare di straforo', illustrata da Ottavio Lurati nel suo Dizionario dei modi di dire (Milano, Garzanti, 2001) che fa riferimento ad un altro senso della parola cuffia: 'parte della cinta di una città', quindi passare per il rotto della cuffia coinciderebbe a 'passare attraverso una piccola breccia aperta nelle mura'. Questa spiegazione sembra avvalorata da un verso delle Satire dell'Ariosto in cui viene utilizzata la stessa locuzione con la sostituzione però della parola cuffia con la parola muro:
Uno asino fu già, ch'ogni osso e nervo
Mostrava, di magrezza; e entrò, pe 'l rotto
Del muro, ove di grano era uno acervo;
E tanto ne mangiò che l'èpa, sotto,
Si fece più d'una gran botte grossa (Satire 1. 247-51).
Fonte:Accademia della Crusca
pinzo- uomo di una certa età che non è sposato
pinzone - uomo che da molto tempo non ha rapporti con una donna
Piove, governo ladro! - Riferito a quando il Granduca di Toscana mise la tassa sul sale. La pesa veniva effettuata sempre nei giorni di pioggia ; e il sale pesa di più quando è bagnato
pomicione- uomo che allunga spesso e volentieri le mani sulle donne e di solito da queste apprezzato
praticarsi - si dice di due persone che hanno una relazione sessuale fuori dei rispettivi matrimoni
Prendere una briaca per uno/a - Prender un'nfatuazione
raccattare - raggiungere un risultato; concludere positivamente un corteggiamento con un rapporto sessuale di solito usato come risultato non all'altezza delle aspettative.
Ragazza dalle belle ciglia, tutti la vogliono e nessuno la piglia - detto di una ragazza molto bella e corteggiata che però non trova marito
Rificolona - lanterna di carta appesa a una canna che si porta in giro in occasione delle feste popolari, per esteso donna agghindata in modo grossolano.
rimanere giovanotto - rimanere scapolo
riprendersi la parola - rompere un fidanzamento da parte del fidanzato, di solito usato nei confronti dei genitori della ragazza
Sembrare un uccello sulla frasca - innamorato che osserva la ragazza aspettando il momento opportuno per iniziare il corteggiamento o di persona indecisa di fronte a una scelta
Sentire sonare a gloria - Sentire suonare a distesa delle campane, in occasione di festività solenni ma anche stato d'animo felice.
Stare appiccicato - star sempre intorno a qualcuno
Capovolgendone il significato è usata in senso ironico verso donne dall’atteggiamento serioso ma ritenute in realtà leggere.
Ti facesse! - imprecazione di malaugurio
Zibo - scapolo, con valore spregiativo
Granata - Se a Firenze e dintorni vi chiedono la granata è solo per pulire il pavimento.
L'origine di questa parola è legata allo composizione della scopa fatta di mazzetti di saggina, steli ricavati dalla pannocchia granata della pianta (appunto la saggina)
gol della bandiera - Questo modo di dire, ormai in uso nel linguaggio calcistico quando una squadra che sta perdendo riesce a fare almeno un gol, nasce a Firenze. Nelle origini… Altro del Calcio Storico Fiorentino, il punteggio delle partite era segnato issando delle bandiere su dei pennoni, posti ai margini del campo di sabbia, in Piazza di Santa Croce. Per ogni caccia (gol) era issata su per il pennone una bandiera quadrata del colore del Quartiere che l’aveva realizzata, mentre, per ogni mezza caccia, la bandiera colorata issata era triangolare. Se nessuna caccia o mezza caccia era segnata, il pennone rimaneva spoglio, senza alcuna bandiera. Una vera umiliazione per il Quartiere che subiva tale sconfitta. Quindi ogni calciante, seppur nella sconfitta, metteva tutto il proprio sforzo per segnare almeno una caccia e quindi issare una bandiera del colore del proprio Quartiere su quel pennone e così l’onore era salvo. L’unica segnatura era chiamata, per l’appunto: il gol della bandiera