Diari lastrigiani Lo tsunami del 26 dicembre 2004

Missione in Sri-Lanka - 9 marzo 2005


Appunti di viaggio
09 Marzo 2005


Inizia una delle giornate più dure della spedizione.

Alle 7,00 siamo al campo, apriamo il container, mentre Mario e due Srilankesi preparano un grande tavolone che servirà per tutti gli usi.

Appena aperto il container, i pancali rimessi male ed in fretta nella nottata tra il 7 e l’8, cadono e prendono in testa il driver:
escoriazione e taglio del sopracciglio.

Intervengo subito, lo medico, e lo faccio portare in ospedale – 5 punti.

Da questo momento sono il “Dottore” per quelli del Villaggio.

Finito il tavolone, ci montano un grande telone nero per proteggerci dal sole ma anche da acquazzoni improvvisi che rovinerebbero la roba che stiamo scaricando.

Il lavoro di selezione lo facciamo io e Grazia .

Mario e Francesco sono già avanti con gli scavi per arrivare al “cenote” con l’acqua e la corrente elettrica.

Dalle 7,30 alle 15,00 selezioniamo e dividiamo una quantità (che ci sembra enorme) di materiale:
vestiario, casalingo e scolastico.

Alle 16,00 con l’aiuto dei nostri tre locali, di tre poliziotti e della nostra squadra inizia la distribuzione.

Dopo il paesaggio desolante dello tsunami sulle case, adesso vediamo la devastazione sulle persone.

In questo villaggio, che è uno dei più colpiti, poche famiglie non sono in lutto e quasi tutte hanno perso tutto.

Nel cortile del tempio si forma una massa di gente di ogni età.

I nostri Srilankesi hanno una lista, redatta da loro, e cominciano a chiamare.

La gente rimane ferma, in silenzio, ordinata.

Ci rendiamo conto che sono tanti e quindi razioniamo sempre di più la distribuzione, fino al paradosso di dare una tazza ad una persona ed il piatto ad un’altra, a chi la cartella, a chi l’album da disegno, a chi un quaderno.

Il nostro autista ci “becca” un sacco di cose, ma non possiamo restare a piedi e, quando possiamo la riprendiamo da dove la nasconde e la ridiamo via.

Non così per ufficiali di polizia e funzionari governativi che vengono, scelgono e poi se ne vanno:
tutti zitti, basta poco per far saltare la missione.

Finiamo il materiale alle 22,00, la gente ci sembra sia sempre lì, uguale a quella delle 15,00. la pochissima roba scartata e l’acqua, (un pancale), viene portata al tempio, ci penseranno i monaci.

Questo perché chi è stato in coda per 4/5 ore e non ha preso niente, non è molto soddisfatto.

Quindi per evitare guai, “la palla” viene passata ai monaci;
una vera autorità nel villaggio.

Questo è quanto abbiamo fatto io e Grazia;
Mario e Francesco hanno invece hanno montato la baracca e iniziato i collegamenti elettrici ed idraulici.

Siamo stanchi, contenti per il lavoro, dispiaciuti per chi non ha avuto nulla, sapendo che qui il niente è niente assoluto.

Dopo una doccia veloce, mangiamo una buona grigliata di pesce e poi alle 24,00 a letto.

Domani, sveglia presto.

 

 

 

 


 



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