La tradizioni popolari di Santo Stefano a Calcinaia. Alessandro De Gubernatis, Lastra a Signa (1894)

Strornelli amorosi 117/136 - Tradizioni popolari di Santo Stefano a Calcinaia


11 lo me ne voglio andar verso 1Ardenza Dove ci avevo nn poco di speranza. Or non ci viengo I pi—, ci vuol pazienza. Ila lo ci ho una letterina seritta a sangue, La sopracarta la vt~ far risplendere;` Quando la leggerai, ti tar  piangere. I 1!r .Alla finestra mia ci manca un vetro Rirendemi la roba che t' ho dato, Quell'anellim, che tu poc-ti in dito. 1'2o Viole nere: La mamrna m'insegn• fare all'amore. Ora ch'io ho imparato, il babbo un vuole. 1'21 ' Vorrei morire e poi risuscitare. Per veder chi piangesse lo mio cuore: Chi lo piangesse Š chi vorrei spo~are. 1'22 0 Ilio del cielo! mi voglio s~ enar,, E lo mio sangue ti vo' dare a bere, Allor non ci potremo pi— lasciamo. 12:3 Fiorin di lente: Dell'angherie me n'hai fatte tante, 'fu Ine l'hai fatte ed io le tenrn a m,,nte. 1'24 Erba elio cresce; Eramo p innamorati nelle fasce Ora d'averti a lasciar mi rincresce. 125 Alla finestra che ci state a fare? Le braccia vi rerranno a intormentita, E gli occhi vi verranno a lacrimare. 126 Tu sei piccino e piccino non croci, E non aver paura che ti lasci, Lavoro sotto l'acqua come pesci. 127 Quando passi di qui, strisci le lastre; Cogli occhi le consumi le finestre, Se tu cuoi bene a me, non guardar I'altre. 1'?ab E giri c !^.. c giri al muro .^. ~ú~to. Infame ora ti provo, se sei fedele a ine. ' 129 'gel mezzo de lo mare mi buca) E un pesciolln dal mare mi rispose: Queste sono 1'azion che tu mi fa iau Ftorln d amor,,: lo non ti tenero per mio damo t ~-rú Facevo per spassarmi un pocllum. ~. 1.,1 l,lncaumtuu, ev, le. [mpeU70.~ Tu vai dicendo che t' Ila' ceno' don,. Se non ti piglio io. nessun ti vun:e. 13'1 0 ragazzina che siete d Lucl.,. II vn,trn parentato Š una saLer::. Miselicordla! quanto iete biutt,1 l:;i M'affaccio alla fine.tra di' .ah1n~1: Fo infillziú,nx di non t'aver 111;, ~iútú, Tu c,.ú ignorante e petv ti f'~ ,Ineút'~. 1:1.4 )l'affaccio alla finestra per ced,úIlú, ili vien la tentazlon di nnin,……zz:ul,. 11i fruga in tasca, e non trnv, il núit'dlr~. 13:, Coccole di ginepro e legno tuo,: Vc~ fare un calessin d legno >anu, Per potere spo,ar di notte tempo. 136 lo me ne voglio andare a nacicare, Dei ricciolini tuoi vo' far le vele, E poi ci s'ha andar nell'alto mare.



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